Politica
Concessioni balneari: gare dal 2024, clausole sociali per occupazione

Dal Cdm via libera unanime a nuove norme su concessioni balneari, previste clausole sociali per la stabilità occupazionale
Spiagge, gare dal 2024 legate a investimenti. E misure contro il caro-ombrelloni
Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera alla proposta emendativa al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 in materia di concessioni demaniali marittime. Lo si apprende da alcuni ministri, al termine della riunione. Il via libera alle gare sulle concessioni balneari dal 1 gennaio del 2024 sara' contenuto in un emendamento al ddl concorrenza. Sui principi che il governo dovra' rispettare per le nuove norme ci sara' una legge delega.
Il governo entro sei mesi e' delegato ad adottare "uno o piu' decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalita' turistico-ricreative, nonche' la disciplina in materia di concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, ivi inclusi i punti d'ormeggio".
Stop al regime di proroga, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso. Dal 1 gennaio 2024 le concessioni balneari saranno messe a gara. Prevedendo investimenti per migliorare la qualità dei servizi - la condizione sine qua non per ottenere la concessione - e interventi ad hoc contro il caro-ombrelloni, con prezzi più equi.
Sono previste "clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell’attività del concessionario uscente". E' quanto si legge nella bozza dell'emendamento al ddl concorrenza sulle nuove norme sulle concessioni balneari che andrà sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Il governo nel preparare i decreti legislativi sulle nuove norme sulle concessioni balneari dovrà - si legge nella bozza - tenere conto "dell’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione o ad analoghe attività di gestione di beni pubblici, secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza e, comunque, in maniera tale da non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori; della posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, nei limiti definiti anche tenendo conto della titolarità, alla data di avvio della procedura selettiva, in via diretta o indiretta, di altra concessione o di altre di attività d’impresa o di tipo professionale".
LEGGI ANCHE