Banco Bpm, Giorgetti e Meloni puntano a fermare Unicredit e rafforzare il legame con Mps per l'assalto a Mediobanca - Affaritaliani.it

Politica

Banco Bpm, Giorgetti e Meloni puntano a fermare Unicredit e rafforzare il legame con Mps per l'assalto a Mediobanca

L'intreccio tra il risiko bancario e la maggioranza di governo

Di Alberto Maggi

Fratelli d'Italia e Lega contro Unicredit per difendere l'italianità di Banco Bpm. Forza Italia vuole che a decidere sia il mercato, ma è isolata


Giornata importantissima per il risiko bancario. Al ministero dell’Economia in via XX Settembre a Roma si tiene l’incontro tra i rappresentanti di Unicredit e i funzionari del Tesoro per discutere le prescrizioni imposte dal governo nell’ambito del golden power, relative all’operazione su Banco Bpm. Andrea Orcel, amministratore delegato dell’istituto, aveva anticipato l’avvio dei colloqui durante la conference call sui risultati trimestrali, sottolineando l’importanza di un dialogo con le istituzioni.

Attorno al tavolo, per Unicredit siedono Giacomo Marino, responsabile delle operazioni di M&A, e Rita Izzo, capo degli affari legali, mentre per il ministero è presente Stefano Di Stefano, direttore della direzione Partecipazioni societarie e tutela degli asset strategici, già membro del cda di Mps. L’obiettivo della banca è rendere più gestibili i vincoli decisi dall’esecutivo, che finora ha mantenuto una posizione rigida, come dimostra il decreto del 18 aprile scorso.

Il governo giustifica il suo intervento citando la "natura transnazionale" di Unicredit, legata sia alla composizione dell’azionariato sia alla distribuzione geografica delle attività. Un elemento che, secondo il decreto, rende necessarie misure di salvaguardia. Tra le preoccupazioni espresse dalle autorità c’è anche la questione della controllata russa, Ao Unicredit Bank, considerata un potenziale rischio per la sicurezza nazionale.

Sul fronte politico, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti di governo ai massimi livelli, la volontà del ministro Giancarlo Giorgetti, condivisa dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è quella di salvaguardare l'italianità di Banco Bpm, considerato un istituto del territorio legato alle piccole e medio imprese e quindi l'assalto di un colosso internazionale come Unicredit viene visto sia da Fratelli d'Italia sia dalla Lega come un rischio finanziario per il nostro Paese.

Non solo, sempre secondo le fonti, il Mef e Palazzo Chigi desiderano che Banco Bpm resti legato a doppio a Monte dei Paschi, di cui il Tesoro è il primo azionista con l'11,7%, soprattutto nel tentativo di acquisire Mediobanca, storico centro del potere finanziario meneghino fin dai tempi di Enrico Cuccia, contrastando quindi anche la contromossa della stessa Mediobanca su Banca Generali. Insomma, un risiko bancario che interessa moltissimo la maggioranza di governo. Ma non tutti i partiti perché in Forza Italia fanno sapere che "il mercato deve muoversi da solo senza che lo Stato intervenga". Ma su questo fronte gli azzurri sono isolati e Meloni e Giorgetti, spinto da Matteo Salvini, vanno avanti.

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