Berlusconi da Vespa: "Gli italiani non sanno votare. La Consulta? Un organismo della sinistra"
La giustizia prima di tutto e SIlvio Berlusconi spiega così che FI "potrebbe partecipare" al cammino delle riforme "e dare l'ultimo voto necessario sull'articolo 138" se ci fosse "la certezza che la prima riforma costituzionale fosse una riforma, completa e profonda, della giustizia". Spiega che l'idea di candidarsi in un paese estero alle europee non lo ha mai sfiorato. "Sono ancora nell'atmosfera di un sincero democratico che sente di stare in un paese che non è più democratico, quindi sento di dover restare qui e combattere per la libertà", dice. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi interviene alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Un lungo intervento nel quale parla di Matteo Renzi, del divorzio con Angelino Alfano e dell'agenda politica di Forza Italia. Sulla grazia il Cavaliere ribadisce che deve arrivare motu proprio dal presidente Giorgio Napolitano.
Ai giornalisti che gli chiedono se ha mai pensato di candidarsi all'estero dice: "Non ho pensato a questo, sono ancora completamente dentro quello che è successo in questi giorni". "Da quando mi occupo di politica la democrazia è stata messa diverse volte a rischio". E parte con un lungo j'accuse. . Il voto sulla mia decadenza è stato un "omicidio politico", un "fatto grave", un colpo di stato fatto dalla magistratura in accordo con il Pd". Per l'ex premier, una branca 'comunista' della polizia giudiziaria. Anzi, una branca formata da componenti della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia che è "direttamente subordinata a Magistratura democratica". "Nell'89 - dice il leader FI - Md ottenne una propria Polizia giudiziaria nelle Procure, scegliendo fior da fiore chi appariva, nella Finanza, nei Carabinieri, nella Polizia, che appariva avere una posizione di sinistra, formando così un proprio corpo di indagine alle loro complete dipendenze".
Nel lungo intervento accanto a Bruno Vespa, il Cavaliere parla della sua scelta di fare politica e di alleanze. "Sono rimasto molto deluso da questi ultimi 20 anni. Ho lasciato il mio mestiere di imprenditore, pensavo di fare una completa rivoluzione liberale per modernizzare il paese attraverso le riforme - dice - . Ma non ci sono riuscito. Devo constatare che la nostra architettura istituzionale e costituzionale e' fatta non per decidere ma per vietare".
A chi gli chiede dell'ipotesi di una collaborazione elettorale con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano replica: "Dipende dalla legge elettorale, se rimane quella di oggi è chiaro che sinistra e centrodestra devono mettere in coalizione tutte le forze possibili", mentre "con il mattarellum è possibile correre da soli". Se resta questa legge invece, ci saranno primarie di coalizione e il futuro leader sarà scelto con primarie. Poi parla del 'divorzio' da Angelino Alfano: "Ho sofferto molto per quello che è successo, ho provato dolore". Quando gli chiedono le ragioni della scissione: "Chiedetelo a loro perchè sono andati via...". Sulla posizione di Forza Italia sulla legge elettorale prende tempo: "Non le so rispondere perché non abbiamo ritenuto di convocare un summit di tutti i nostri senatori e deputati".
Mentre sul sindaco di Firenze dice:"Gli inizi di Matteo Renzi facevano vedere in lui una persona assolutamente moderata e si vedeva la provenienza dai giovani della Dc". Poi si ferma e non aggiunge commenti negativi: "Non ho mai parlato male dei miei competitor", dice. A chi gli chiede se Renzi sia un piccolo Berlusconi, il Cavaliere risponde ironico: "Non posso fare questa affermazione, non vorrei offenderlo...". A una domanda sulla durata del governo Letta risponde: "Non posso fare una previsione so che molti immaginano che una volta che Renzi sarà segretario del partito non possa restare alle prese con la mole di lavoro del segretario a lungo e che quindi sarà il Pd a decidere di andare alle elezioni per dare vita ad una vittoria".