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Politica

Il Partito Democratico risponde no alla proposta di Silvio Berlusconi sul presidenzialismo, rilanciata proprio oggi dal leader di Forza Italia. "Stiamo facendo molte riforme costituzionali, ma tra queste non rientra l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Lo abbiamo detto da sempre e lo confermiamo", spiega ad Affaritaliani.it Emanuele Fiano, capogruppo del Pd nella Commissione Affari Costituzionali della Camera. Che aggiunge: "Berlusconi lo sa benissimo e la sua è una mossa comprensibile di tattica politica per cercare di tornare al centro dopo che Grillo ha aperto al dialogo con il Pd. Noi continuiamo sulla strada del confronto con Forza Italia sulle riforme, ma siamo contrari al presidenzialismo".

"Siamo a un passo dalla chiusura" dell’accordo sulle riforme costituzionali. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, secondo quanto si apprende, parlando con i suoi. "Ora bisogna completare il percorso su cui c’è accordo" ha detto il premier. Per questo "aprire la questione del presidenzialismo è inopportuno e intempestivo. Siamo a un passo dalla chiusura, inutile infilarci in un dibattito sul presidenzialismo".

BERLUSCONI ATTACCA NAPOLITANO

Silvio Berlusconi è tornato in Parlamento per chiedere l'elezione diretta del presidente della Repubblica, proporre un nuovo patto sul 'pacchetto riforme' al premier, e attaccare Giorgio Napolitano: "Abbiamo un capo dello Stato che è passato al di là della sua funzione prevista dalla Costituzione", un passaggio "che è diventato fisiologico, anzi patologico per noi. Il problema è che oggi il presidente della Repubblica non ha una legittimazione popolare per svolgere il proprio mandato. Non è più sopportabile che la legittimazione popolare sia surrogata da imperscrutabili accordi tra segretari di partito. Ci troviamo quindi in una democrazia instabile e incapace di decidere".

Così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, nella sala gialla della Camera dei deputati per illustrare l'iniziativa legislativa e popolare con cui Forza Italia chiede l'elezione diretta del capo dello Stato: "Attualmente - insiste - il capo dello Stato è deciso dai segretari di partito, è deciso a seguito di molti contrasti e compromessi in una stanza chiusa che io ho visto solo da fuori. A volte è deciso di notte e perciò con le idee non chiarissime..."

"La riforma complessiva - è l'obiettivo dell'ex premier - deve avere un perno, e il presidente della Repubblica eletto direttamente a suffragio universale sia questo perno" e valga anche da "contrappeso necessario" al federalismo regionale.

E poi: "Siamo qui per portare avanti una nostra voglia di governabilità che abbiamo provato non esserci nel Paese con gli attuali assetti costituzionali. Il percorso dei progetti di legge in parlamento, lo sapete bene, è un calvario. La media di durata da 400 giorni a 620 giorni, col risultato che quasi mai un governo che aveva proposto un disegno di legge aveva la soddisfazione di vederselo approvare quando era ancora in carica. Noi questa cosa l'abbiamo provata su di noi con molta sofferenza".

"Anche noi - continua - abbiamo dovuto mettere insieme una coalizione di partiti di centrodestra per governare, ma si è perso tantissimo tempo. Nonostante ciò, sono più di 40 le riforme che abbiamo fatto in 9 anni di governo. Il nostro il miglior governo della storia della Repubblica. Abbiamo realizzato più cose noi degli oltre 50 diversi governi dal 1948. Quindi dobbiamo cercare di diffondere i risultati di quei nostri governi. Dall'altra parte c'è una specie di damnatio memoriae del nostro governo. Dobbiamo contrapporre a questa volontà distruttiva del nostro operato la realtà dei fatti".

L'appello, però, è diretto al premier Matteo Renzi: "Il presidente del Consiglio, il governo e la sinistra accolgano questa nostra proposta" sul presidenzialismo. "Se ci fosse accordo sui nostri emendamenti, che si possono anche cambiare, si darebbe al Paese un sistema snello".

Ma proprio sul ruolo di Fi nell'ambito delle riforme costituzionali e sugli attuali rapporti col governo dopo l'apertura del M5S all'esecutivo, Berlusconi non lesina passaggi: "La riforma del Senato - dice - squilibra lo Stato a favore dell'Anci e lo consegna alla sinistra. Forza Italia mantiene gli impegni con Renzi, ma c'è ancora da trovare l'intesa sull'elezione dei senatori ed io sono sicuro che la troveremo. Il presidente Renzi insiste affinché i nostri capigruppo e la signora Boschi (Maria Elena, ministro delle Riforme, ndr) si ritrovino per cercare un punto che vada bene a entrambi". Il programma prevede che il senatore azzurro Paolo Romani si incontri con la Boschi per trovare un'intesa. Se così non fosse, annuncia Berlusconi, "ci incontreremo io e Renzi".

L'ex premier, tuttavia, nega che Beppe Grillo ora gli possa rubare la scena: "Non abbiamo pensato a Grillo - afferma -, Grillo ci fa paura e basta, non credo possa portare avanti un progetto serio".
 

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