Politica
Bersani predica bene ma razzolava male
Di Pietro Mancini
"In Parlamento, vedo il senatore Denis Verdini e compagnia, con gli amici di don Nicola Cosentino, che stanno cercando di entrare nel giardino di casa nostra, per fare la coalizione della Nazione o il partito della Nazione. Siccome questo e' un delirio trasformista, mi aspetterei che dal Nazareno, da Matteo Renzi venisse una parola chiara su questo delirio". Così ha risposto l'on.Pier Luigi Bersani a Giovanni Minoli, su Radio 24.
Ma perché lo statista emiliano, attuale oppositore del segretario del PD, accettò, nel 1998, di fare il ministro dell'Industria e Commercio nel governo, presieduto da Massimo D'Alema, e non si dimise per protestare contro il "ribaltone" e contro il trasformismo? Dopo la caduta di Prodi, quell'esecutivo, infatti, si formò grazie al sostegno di Clemente Mastella, ex ministro del centrodestra, e dei parlamentari, a lui vicini, che avevano lasciato la coalizione, guidata da Silvio Berlusconi. E, in quel governo, oltre ai cosiddetti "quattro gattoni" dell'UDR di Cossiga, come sottosegretario, il premier aveva inserito Romano Misserville, fascista convinto, poi costretto alle dimissioni, dopo le proteste per una intervista al "Corriere della Sera", nella quale l'ex senatore del Msi aveva ammesso, apertamente, la sua nostalgia per il regime liberticida del Cav.Benito Mussolini.