Bersani rinuncia alla svolta con i 5Stelle
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
La maggioranza Pd–M5S era a portata di mano. Dopo settimane di corteggiamenti, in cui Bersani ha collezionato una serie infinita di due di picche, Beppe Grillo ha aperto uno spiraglio candidando Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica. Ma invece di prendere la palla al balzo e dare una svolta allo stallo politico del Paese, Bersani ha detto no.
Le ultime voci danno in cima alla lista, come candidato condiviso di Pd, Pdl e Scelta Civica, Franco Marini. Che cosa può spingere il segretario democratico a votare una personalità della Prima Repubblica? Un cattolico che ha fatto il ministro sotto Andreotti ed è stato Presidente del Senato nel secondo governo Prodi? Una scelta per giunta rischiosa visto che all’interno del Pd lo stesso Renzi ha bocciato la candidatura del vecchio ‘lupo marsicano'. ‘Se esce lui non lo votiamo’ ha detto il rottamatore che rinfaccia all’ex ministro il flop elettorale nel suo Abruzzo.
L’unico a cogliere l’opportunità di trovare una intesa con Beppe Grillo è stato Nichi Vendola, che proprio a Bersani si è rivolto chiedendogli di “prendere in considerazione le proposte del Movimento 5 Stelle”. Ma niente, Bersani non ne vuole sapere. Eppure Rodotà non è un nome irricevibile. Eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista, l’ex Garante della Privacy sarebbe stato l’uomo che avrebbe avvicinato Bersani a Grillo e dato l’opportunità al segretario Pd di rottamare il Caimano.