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Politica
Bettini fa tremare i capicorrente. Un’agorà per rivoluzionare il Pd
(fonte Lapresse)

E’ bastato che Goffredo Bettini esprimesse dalle colonne del Corriere della sera “il desiderio di parlare maggiormente in prima persona”, anticipando l’intenzione di “promuovere insieme ad altre energie disponibili e libere un’area politica e culturale” in grado di “contribuire alla rifondazione del Pd e della sinistra”, per far partire subito un tam- tam mediatico, ma anche interno al suo partito. Tutti a interrogarsi, insomma, su cosa abbia in mente stavolta il deus ex machina dei democratici. E quasi tutti a saltare alle stesse conclusioni: “Una corrente”. E’ questa l’ipotesi più gettonata circolata a Palazzo. Ma davvero il massimo pensatore democratico, già europarlamentare, il kingmaker della politica romana, a partire dal ‘Modello Roma’ dei tempi di Rutelli e poi di Veltroni, oltre che il consigliere più ascoltato da Nicola Zingaretti, ha in animo una semplice e banale corrente? Tra l’altro, l’ennesima falange che andrebbe ad aggiungersi alle altre - più o meno armate - che ‘abitano’ in casa dem? Affaritaliani.it ha fatto suo questo dubbio sollevato da una autorevole fonte parlamentare Pd. Ed è da qui che è partita l’analisi del nostro giornale. Con quale esito? La conclusione la spiega un insider del partito: “Altro che corrente. Ciò che credo abbia in mente Bettini è una cosa sconvolgente nella sua semplicità: creare un’aggregazione ampia all’interno del Pd, una sorta di pensatoio. Anzi, una vera agorà, aperta a tutti, ma proprio a tutti, intellettuali inclusi, proprio per superare le correnti”. Non a caso, tra i commenti raccolti da Affari, c’è chi riflette ad alta voce e afferma: “Stiamo parlando di Goffredo Bettini. Un intellettuale che negli anni è più volte riuscito a tracciare rotte, come quando ha benedetto la nascita dell’esecutivo Conte due, o a mettere in guardia dagli errori, come quando, all’epoca del governo giallo-verde, definì uno sbaglio non dialogare con il i Cinque stelle. Come si può pensare che un pensatore come lui possa partorire l’idea riduttiva di una corrente?”. Parole cui fa eco un altro conoscitore delle vicende dem: “Basterebbe pesare un po’ le parole per rendersi conto che alla fine Bettini non ha detto nulla di nuovo. Da sempre lui parla di rifondazione del Pd. La stessa idea di agorà si attaglia perfettamente al suo pensiero”.

A ben vedere, due anni fa lo storico dirigente del Pd ha dato alle stampe un libro dal titolo emblematico: “Agorà - L’ago della bilancia sei tu”. Già in quarta di copertina si legge: “Nell’agorà si decide sulla politica, sui dilemmi di fondo, sulle strategie che contano. Ogni iscritto rappresenta se stesso; si esprime attraverso la sua responsabilità personale”. E se non bastasse ancora per cogliere il Bettini-pensiero, nelle pagine di presentazione del volume si spiega: “E’ il partito delle agorà che l’autore propone in modo dettagliato sperando di invertire la disgregazione in atto”.  Alla luce di ciò, insomma, saremmo davvero di fronte alla classica scoperta dell’acqua calda.
E, in effetti, basta mettere in fila i fatti, dai più recenti ai più antichi, per suffragare la tesi secondo cui tutto ha in mente Goffredo Bettini fuorché una corrente. Tanto per cominciare è membro della direzione Pd ed è tra coloro che hanno contribuito a fondarlo. Ragion per cui non deve affatto elemosinare il diritto di parola. Poi, non è quel tipo di persona alla ricerca di visibilità o di poltrone. “Non solo - è il commento raccolto alla Camera –  ma non ha neppure bisogno di farsi una corrente per dire la sua o per sedere ai tavoli che contano. Dialoga con Conte come con Grillo, tanto per fare due esempi. La sua disponibilità al dialogo e all’ascolto va insomma al di là dei confini del partito. Senza contare l’alta considerazione che riscuote ai massimi livelli del Pd, da Zingaretti a Franceschini, passando per Orlando”.


Morale della favola? “Chi teme l’ennesima corrente - riflettono in ambienti dem - o non conosce lo spessore dell’uomo oppure è un capocorrente che cerca solo di depistare, temendo che il progetto vada in porto”. In che senso? “E’ semplice - continuano - se Bettini ha in mente di aggregare, allora ciò che potrebbe venir fuori è davvero uno spazio libero di confronto e dibattito, nel quale, paradossalmente, anche chi è ingabbiato nel recinto di una corrente e tace perché allineato, troverebbe ampio spazio di parola. Con buona pace dei vari ‘generali’”. Certo, ancora l’idea è in fieri. Quello che trapela, e che Affaritaliani è in grado di anticipare, è che “non sarà un’associazione. Non ci sarà nessun ‘tesseramento’”. Ancora non esiste un cronoprogramma, è vero. “Ma una cosa è certa - spifferano -: se Bettini ha lanciato un amo difficilmente poi nasconde la mano. Non è quel tipo di persona che parla senza pensare. Quindi, se ha in mente di fare qualcosa di utile per smuovere le cose, se dice di voler rimettere in moto il Pd, c’è da giurarci, lo farà”.

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