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Alto Adige, Kompatscher: il nome della Regione non può cambiare

Alto Adige: Kompatscher, nome Regione non può cambiare

“Nessuna cancellazione, rimarranno tutte le denominazioni previste dalla Costituzione”. Lo afferma il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher a seguito del caso scoppiato per l’articolo della legge europea 2019 approvato dal Consiglio provinciale nel quale è stato sostituito il nome ‘Alto Adige’ con ‘Provincia di Bolzano’. “Non esiste nessuna norma che preveda la cancellazione del termine Alto Adige e non potrebbe essere altrimenti dato che questa denominazione è prevista dalla Costituzione italiana con riferimento alla Regione Trentino-Alto Adige/Suedtirol, la quale a sua volta è composta dalle due province di Bolzano e Trento”. Kompatscher precisa che “durante il dibattito in Consiglio provinciale si è solamente discusso sull'opportunità di utilizzare il termine Provincia di Bolzano per riferirsi all'Ufficio di rappresentanza che opera a Bruxelles ma ciò non comporta alcun tipo di abolizione della denominazione Alto Adige che continuerà ad essere utilizzata quando ci si riferisce al nostro territorio”.

Il governatore altoatesino aggiunge che “vi è stata effettivamente un’incongruenza nell’elaborazione dell’articolo di legge, in quanto in italiano si è utilizzato il termine Provincia di Bolzano mentre nella versione tedesca è rimasto il termine Suedtirol”. “Nel dibattito in Consiglio ho fatto presente la questione e ho chiesto che in futuro vi sia un accordo tra i gruppi consiliari sul corretto utilizzo della terminologia - dice Kompatscher -. Quando ci si riferisce alle istituzioni è giusto parlare di Provincia di Bolzano in italiano e di Provinz Bozen in tedesco, mentre quando ci si riferisce al territorio la terminologia corretta è Alto Adige in italiano e Suedtirol in tedesco”.

 

Alto Adige cancellato da consiglio provinciale Bolzano, il ministro Boccia: “Kompatscher intervenga o impugniamo la legge”

Il governo italiano si muove e minaccia di impugnare la norma con cui il Consiglio provinciale di Bolzano ha stabilito che le parole 'Alto Adige' e 'altoatesino' vengano sostituite negli atti ufficiali dal solo riferimento alla Provincia di Bolzano, mentre resta invariato il vocabolo in lingua tedesca, Suedtirol. "Ho personalmente chiesto al Presidente Arno Kompatscher di intervenire sulla norma relativa al disegno di legge numero 30 sulle 'Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea", ha fatto sapere il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, "è necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione".
    

"Se così non dovesse essere la legge sarà impugnata dopo la sua pubblicazione", ha avvertito Boccia. "Sarebbe opportuno", ha aggiunto il ministro, "continuare a discutere esclusivamente delle esigenze della comunità della provincia autonoma di Bolzano e dell'intera Regione Trentino Alto Adige così come abbiamo fatto con il Presidente Kompatscher nel nostro primo incontro istituzionale a Roma, anziché di questioni ideologico nominalistiche che riguardano lo scontro tra la destra tedesca e la destra italiana". "Nelle prossime settimane così come da impegno assunto con tutte le regioni sarò personalmente a Bolzano e Trento per affrontare tutti i dossier aperti tra il Trentino Alto Adige e il Governo", così ha concluso Boccia.

L'articolo 116 della Costituzione che parla chiaramaente di Alto Adige

Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale.

La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.

 

Alto Adige, abolita la dicitura: esisterà solo la parola 'Provincia di Bolzano'

Le parole 'Alto Adige' e “altoatesino” sono le parole cancellate per legge e dal giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, non dovranno più essere usate. L’unica dizione in lingua italiana da utilizzare per indicare la terra di confine più a nord d’Italia sarà 'Provincia di Bolzano'. Resta invariato il vocabolo in lingua tedesca, Suedtirol. È quanto stato deciso dal Consiglio provinciale di Bolzano che con 24 sì (Suedtiroler Volkspartei, Suedtiroler Freiheit e Freiheitlichen), un no (quello di L’Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia) e 5 astensioni (tra PD, Verdi, Lega, Team Koellensperger), ha approvato il disegno di legge n.30/19-XVI di iniziativa giuntale circa le “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”.

Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher nel suo intervento ha detto, “credo che il Governo italiano non si permetterà di impugnare questa legge, l’impugnazione sarebbe un grave affronto, e comunque non ci sarebbero problemi davanti alla Corte costituzionale”. Successivamente il Landshauptmann ha aggiunto, “il mio appello è di venirci incontro, io preferisco il termine ‘Sudtirolo’ ma nella Costituzione si parla di ‘Regione Trentino Alto Adige/Südtirol’ e di ‘Provincia autonoma di Bolzano’”. Il consigliere Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel Cuore) ha sostenuto che questi sono “atteggiamenti anti-italiani, non antifascisti”.

Alto Adige: storico, è nome napoleonico, non fascista

Il termine 'Alto Adige', che il consiglio provinciale di Bolzano ha deciso di ‘cancellare per legge’ dalla denominazione della regione, è stato coniato nel 1810, quando questo territorio fu occupato dalle truppe napoleoniche e assegnato da Napoleone al Regno d’Italia. Alcuni partiti sudtirolesi promotori della sua cancellazione ritengono sia un nome ‘fascista’, ma la sua storia è un po’ più complessa. Dopo l’occupazione di questi territori, i francesi crearono qui il “Dipartimento dell’Alto Adige”, dando alla zona il nome del fiume più importante che la attraversa, come spesso fanno i francesi con i loro dipartimenti. In questo caso, il tratto superiore del fiume Adige. Eppure, secondo quanto ha spiegato all’Agi Andrea Di Michele, docente e ricercatore di Storia contemporanea all’Università di Bolzano, il dipartimento originario copriva una zona diversa da quella attuale, ma soprattutto è stato usato solo per pochi decenni. 
 

“Di fatto il nome Alto Adige venne abbandonato e riscoperto qualche decennio dopo, nel Novecento, con la nascita del nazionalismo italiano e delle sue aspirazioni di annettere all'Italia i territori di Trento e del Trentino”, spiega Di Michele. “In questi anni un nazionalista italiano, Ettore Tolomei, fonda una rivista, l’Archivio dell’Alto Adige, per sostenere la fondatezza storica di questo nome e della necessità che l’Italia annetta questi territori”. Italianizzare la provincia di Bolzano diventa “un po’ la sua ossessione”, spiega Di Michele. Tolomei scrive un Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige, dà forma alla toponomastica italiana dell’area, poi, “quando l’Italia acquisisce questo territorio (1919, ndr), le autorità italiane riprendono il suo lavoro e i nomi da lui coniati vengono usati per i luoghi e le aree della zona”.

Ad introdurli ufficialmente “sostituendo o cancellando i vecchi nomi tedeschi”, è stato il regime fascista, e questo darebbe ragione alle rivendicazioni dei partiti sudtirolesi. Eppure, spiega Di Michele, “è una questione molto più identitaria che sostanziale, che nasce da prospettive nazionalistiche opposte che tutt’oggi si continuano a rivendicare. Nel 2001 con la riforma costituzionale si era aggiunto al Trentino Alto-Adige il nome Sudtirol, e mi sembrava un grande passo aventi, una riforma col senno di poi molto lungimirante. Queste polemiche però credo che ci facciano fare un grande passo indietro, rischiano solo di irrigidire le rispettive posizioni nazionalistiche giocando sui simboli identitari, che è sempre un rischio molto grande, in grado di far riemergere tensioni che sotto traccia continuano a esistere”, conclude.

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