Politica
La Brexit può essere una opportunità per l’Italia

In queste ore assistiamo ad incredibili manifestazioni di angoscia se non di terror – panico per l’esito del referendum che ha sancito la volontà degli elettori inglesi di abbandonare l’ Unione Europea. In realtà questa reazione ci deve essere ma deve essere limitata ad una sola nazione: quella Germania della Merkel che con la scusa della UE sta dominando da decenni l’intero continente in cambio di una moneta che doveva essere salvifica, l’euro, ma che si è invece rivelata una pesantissima bardatura che ha impedito alle nazioni di svalutare e quindi esportare i propri prodotti. Inoltre, non paga, la Germania ha posto vincoli severissimi sui parametri economici per restare in quello che comincia ad apparire sempre più un club di masochisti e quando qualcuno protestava la Germania ha cercato di distruggere economicamente la Grecia dopo aver tentato con l’Italia nel 2011 giocando sullo spread.
Il segnale della Gran Bretagna è giunto quindi forte e chiaro: no all’egemonia tedesca sull’Europa; la crisi mondiale non è affatto passata e la gente guarda con preoccupazione l’esodo continuo di migranti quando di lavoro non ce ne è per nessuno.
Una volta, in tempi di crisi, si stampava un po’ di carta moneta (il giusto) e l’economia con qualche forte intervento keynesiano dello Stato ripartiva: ora la Germania ce lo impedisce e i popoli d’Europa lavorano per ingrassare la mucca tedesca.
Se non si prende coscienza di questo fatto non si possono poi leggere ed interpretare i tanti populismi che stanno sorgendo in ogni Stato europeo: sono segnali di forte insofferenza contro una UE che non trova di meglio, oltre che imporre condizioni capestro ai singoli Stati (tranne la Germania), di misurare la lunghezza dei profilattici o dei pesci o discettare delle dimensioni degli agrumi.
L’Italia, oltre tutto, si rafforza dall’uscita dell’ UK: infatti ora abbiamo un concorrente politico ma soprattutto economico di meno a decidere; la Germania deve stare ora molto attenta a non scontentare i propri alleati e soprattutto quelli forti come noi e la Francia.
Ecco perché i tedeschi hanno tutte le ragioni per elevare alti lamenti mentre noi alcuna; anzi…
Certo, in Italia, che è sempre una nazione particolare, le reazioni sono ancora più variegate ed imprevedibili.
Grande e prevedibile lamentazione renziana, grande gioia leghista ed in genere nella destra (tranne la componente liberista di Forza Italia e la sinistra estrema). Grillo si mostra, ancora una volta, di essere pericolosamente bipolare: infatti proprio lui che siede nel Parlamento UE con Farage e cioè l’ideatore della Brexit ha dovuto esternare la sua bizzaria quotidiana dicendo che l’ Italia deve restare; ed allora la domanda è: che senso ha la permanenza dei Cinque Stella a Bruxelles insieme a Farage?
A questo punto la situazione si fa di nuovo favorevole a Salvini; il fato gli ha voluto dare una seconda possibilità: se anche questa volta la sprecherà in tentennamenti e azioni confuse allora non meriterà altri appelli.
Per le altre forze politiche invece è il momento di capire dove sta tirando il vento del nord per non esserne spazzati via.
Un’ultima considerazione sull’ ineffabile Beppe Severgnini: la lunga lagna anti – brexit proseguiva da mesi dalle colonne del Corriere della Sera ed ha avuto il suo apice in un patetico racconto di una riunione notturna in attesa dei risultati nel suo esclusivo club londinese di ricchi e radical – chic. Solo oggi si è saputo che Severgnini ha una casa a Londra e ora piange lacrime amare perché le sue condizioni di vita peggioreranno; anche Cazzullo, sempre dal Corriere di ieri, aveva fatto un editoriale un po’ presuntuoso in cui diceva che “tutti si augurano” che l’ UK resti in Europa; ma tutti chi?