Politica
La caduta dell'Impero Romano

Di Luca Greco (luca_greco@hotmail.com)
Nel 476 d.C. il "novello" Romolo Augusto - detto "Augustolo" sia per la sua giovane età che per la sua insignificanza politica - , dopo circa 6 secoli da Ottaviano Augusto - a sua volta succeduto a Gaio Giulio Cesare - cadeva definitivamente sotto il polso germanico di Odoacre: era la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
Gli Unni, i Goti, Visigoti, gli Ostrogoti, i Celti, i Franchi, i militari, i mercenari e le altre tribù di varie etnie e religioni ponevano fine a oltre 1.200 anni di storia "ab urbe condita" (753 a.C.).
La si chiamò la calata dei Barbari, in realtà si trattava dell'embrione della nascita di quel popolo tedesco e di quella Merkel che adesso per molti versi rappresentano un punto cardine dell'Unione Europea.

Ma la crisi veniva da lontano. L'impero romano, sotto Adriano (117 - 138 d.C.), aveva raggiunto una delle dimensioni massime nella storia del mondo: si estendeva dal Portogallo alla Siria, passando per la Turchia, la Grecia, il Medio Oriente, fino al nord dell'Arabia Saudita e al Sud dell'Ucraina e della Russia, includendo Iraq, Armenia, Georgia e Iran, e dal sud della Scozia fino a tutto l'Egitto e al nord del Sudan, con Galles, Inghilterra, Francia e il sud della Germania, fino al nord dell'Africa, dall'Atlantico al mar Rosso.
Seguirono periodi di instabilità, anarchie, rotture di equilibri tra potere centrale e locale, tra popolo e senato, tra apparato politico e apparato militare, tra opulenza (di pochi) e povertà (di molti), corruzione e lassismo, perdita di valori e di coesione sociale, lotte di civiltà e religione.
Roma e il suo mito avevano intrapreso l'irreversibile strada del declino.
Nel 286 d.C. Diocleziano divise l'impero in 4 parti, si trasferì in Oriente e Milano, proprio Milano, per il suo ruolo politico, economico e militare divenne la capitale dell'Impero Romano d'Occidente, con a capo il tetrarca Massimiano.

Nel 324 d.C., Costantino, il primo grande imperatore Cristiano, avviò la fondazione di Costantinopoli (l'odierna Istanbul) e ne fece la nuova capitale dell'Impero d'Oriente.
Con l'Editto di Milano del 313 Constantino consentì la pratica del culto cristiano, che, con Teodosio e l'Editto di Tessalonica, divenne obbligo nel 380, con la conseguente proibizione di altri culti. Si strutturano cosi le basi legali per le guerre di religione (elementi che peraltro furono alla base del fallimento del recente tentativo di promulgazione di una moderna Costituzione Europea).
A grandi passi tra Medioevo, Umanesimo, Rinascimento, Illuminismo, Risorgimento, guerre, crisi finanziarie, crisi umanitarie, crisi politiche ed economiche, migrazioni, 2015.
Roma capitale, Roma in declino. Una città moribonda, vecchia, governata da una politica corrotta, sempre più sdraiata sul suo passato, sul suo storico, opulente e gaudente triclinium, permeata da lassismo, ignavia e putrescente e autoreferenziale burocrazia.
Una Lupa moribonda adagiata sui ruderi del grande tempo che fu, che non è più e che mai più sarà.
Il novello Romolo Augustolo Ignazio Marino, credendosi un fin troppo "Gaio" Giulio Cesare, 26 volte accoltellato alle spalle dai "suoi" - ma in realtà lucido, gaudente e tenace suicida - cade con disonore davanti al nuovo Odoacre Francesco Paolo Tronca.
Un "Odoacre" questa volta vittorioso per merito e capacità, certo non per motivi bellici, e che potrà far meglio e resistere al futuro "Teodorico".
E Milano di nuovo Capitale.
Come ha ben indicato il Presidente Mattarella: "La speranza di Milano... capitale europea e motore dell'Italia".
Certo, anche Milano non ha compiuto il suo percorso e non deve perdere il momentum, ma Milano ha commissariato Roma. Il focus sul lavoro, sui valori, sulla lotta alla corruzione, sulla coesione e il rispetto sociale, su di una tenace, energica, positiva ricerca dell'apertura al mondo, della modernità, della produttività e della crescita, dell'efficienza e del benessere reale e sostenibile, hanno decretato una nuova caduta dell'Impero Romano.
Il mondo evolve, la storia si ripete.
Gettiamo le basi per una vera libertà economica, politica, sociale, religiosa e civile.
Impresa, semplificazione, riduzione dell'apparato dello stato, lotta alla corruzione e alla criminalità, certezza del diritto. No a muri, quartierini e furbetti vari, ma apriamoci finalmente a una visione laica e liberal liberista per una nuova, vera rinascita italiana che parta da Milano e dall'Europa.
Onore a Tronca, onore a Milano, onore ai Germani, ai Celti e ai Britanni, che ci misureranno sempre più al fine di evitare il ritorno dei secoli bui e di una nuova calata dei Barbari.