A- A+
Politica
Caos virus: da “è come un influenza” al blocco totale. Come tutto cambierà
POLIZIA DI STATO

E così, dopo il pronunciamento di Conte di un sabato notte che nessuno avrebbe mai immaginato, il blocco dell’Italia sara totale. Dopo lunghi giorni di quarantena ora lo possiamo dire: nessuno ci ha capito nulla. Solo poche settimane fa il professor Galli (primario del Sacco di Milano) dichiarava che il virus in Italia non si sarebbe propagato con facilità. Forse anche lui, come tanti altri, ha dovuto poi fare i conti con una realtà ben diversa, ma non è una colpa, siamo infatti di fronte ad un caos mai visto. Tutte le previsioni di curve del contagio non si sono verificate, perché il virus è stato più forte di ogni altra capacità, al momento, di prevedere qualcosa. La scienza ha dei limiti, ovvio, tutte le sperimentazioni hanno dei limiti, chi fa ricerca deve costantemente misurarsi con dei limiti da superare e prima di trovare una soluzione si fanno infiniti errori ed errate previsioni. Aggrappiamoci sempre e comunque alla scienza, al professor Galli e ai tanti specialisti che stanno facendo sforzi immani e non agli stregoni (capostipiti dei no vax), evitiamo le farsesche rincorse giornalistiche a cercare sempre una risposta definitiva che ora non c’è. Asteniamoci per un po’ dai talk inutili, dove si mischiano scienziati e politici da baraccone, opinionisti e vip che ci fanno gli appelli a stare a casa dalle loro modeste dimore. Meno male che dopo qualche settimana questi appelli, gli inviti alla lettura, dello stare vicini seppure lontani, dell’andrà tutto bene si stanno smorzando. Sta iniziando a prevalere il silenzio, finalmente. Perché lo abbiamo capito di stare a casa. Non se ne poteva più degli appelli vip, dei loro video sui social, delle loro schitarrate, di vederli nelle loro mise casalinghe. Ero stufo della retorica del stiamo lontani ma siamo vicini, del godiamoci il tempo per fare cose diverse. Anche gli inviti alla lettura avevano un po’ stufato, e lo dice un lettore accanito. Relegare la lettura ad un diversivo è riduttivo, un po’ troppo a mio parere, la lettura dovrebbe essere un corroborante della nostra vita senza virus. La logica da combattere è un’altra: quella del “non ho tempo”. Perché, se non troviamo tempo per leggere o per dedicarci alle cose che vorremo fare quando lavoriamo tutto il giorno, vuol dire semplicemente che non ci interessano abbastanza. Approfittiamo di queste lunghe giornate fra ozio, smart working e spesa necessaria, per capire finalmente che non siamo immortali e che dovremmo vivere le intense giornate post virus con un sorriso in più, senza maledire il collega che sbaglia (perché magari non é lui che sbaglia), rispettando il tempo degli altri, tendendo una mano a chi, anche prima del virus, non ce la faceva (perché senza lavoro, senza assistenza domiciliare, ecc.) e che, dopo il virus, avrà ancora più bisogno. Abbassiamo il volume di fronte ai banali appelli di quelli che ci cantano i loro ritornelli, stiamo in silenzio e riflettiamo. Avevano stufato anche i proclami andrà tutto bene, e poi vedere centinaia di persone precipitarsi a prendere treni in massa per fuggire al sud. Approfittiamo del tempo e del silenzio per capire che la cultura non è leggere notizie di una riga, ma approfondire, scegliere le fonti, mettere in concorrenza punti di vista diversi, anzi cercare proprio chi ha una visione diversa dalla propria, impariamo a leggere i fatti dando un peso numerico agli stessi. E’ duro e impegnativo farsi una propria opinione superando le pillole da bacio perugina (che hanno trovato sui social il loro megafono) o gli slogan accomodanti. Se, dopo il virus, non avremo capito questo, allora l’isolamento forzato sarà si servito a evitare il contagio di massa, ma saremo ripiombati immediatamente nel contagio permanente e pervasivo della superficialità. Non ho elementi per dire se la strategia della quarantena e del tutto chiuso (come ha annunciato Conte ieri) sia migliore di altre strategie più lassiste. Di fronte ad un flagello, non più solo italiano, anche i leader europei più restii stanno chiudendo tutto, sacrificando fortemente i numeri dell’economia. Anche qui però qualcosa si muove. Prima la Bce (dopo la gaffe della Lagarde) garantendo importanti risorse per acquistare titoli pubblici e non solo, poi la Commissione Europea sospendendo il Patto di Stabilitá, hanno fatto quello che forse non si sarebbe mai fatto in condizioni normali. Qualche simpaticone sovranista ora si affretta a dire che finalmente è stato ottenuto quello che loro predicavano da tempo. Peccato che loro lo dicevano quando non c'era alcun ragionevole motivo per dirlo e che, se li avessimo ascoltai, avremmo creato una turbolenza al pari di quella del virus. Gli scenari che si aprono ora non sono prevedibili, è il momento delle parole in libertà, qualunque pensiero o strampaleria trova terreno fertile. Qualcuno ha sostenuto che tutto questo caos è il risultato del capitalismo, colpevole di aver distratto risorse alla sanità. Su questo ho parecchi dubbi, perché la distrazione di risorse dipende dalle politiche pubbliche che si decide di intraprendere e non dal grado delle libertà economiche. Che questi racconti fantasiosi arrivino da chi idolatra la Cina (prestandosi, per ignoranza, alla sua propaganda) e da chi ha voluto pseudoriforme scellerate, come quota cento e reddito di cittadinanza, fa davvero sorridere. Se poi l’alternativa al capitalismo è quel che si vede in Cina o in Russia (non so se ve ne siete accorti, ma in queste settimane Putin si è garantito altri decenni di potere “azzerando”, con la complicità della Duma, i suoi mandati come presidente, così potrà restare ancora a lungo in carica), no grazie. Io mi concentrerei di più sull’avere una classe politica adeguata e competente, con qualche studio alle spalle. Nell’ambito dei sistemi democratici liberali e liberisti ci sono mille varianti, l’abilità del politico deve essere quella di adeguarli alle realtà che cambiano. È evidente che, dopo questa sciagurata epidemia, nessuno al mondo potrà mai togliere un solo euro dal bilancio della sanità (che andrà necessariamente incrementato), d’altro canto però ci si aspetta che si cominci seriamente e fare politiche sostenibili e non sempre alle spalle dei giovani. Sentire Landini scagliarsi contro Amazon per i suoi lavoratori poco tutelati mi crea sempre un certo fastidio perché, pur avendo alcune ragioni, sappiamo che ci sono migliaia di altri lavoratori e partite iva di cui nessun si occupa e che anche il decreto di emergenza del governo ignora totalmente. Questa classe politica, sindacati inclusi, è tutta complice di aver tramato contro le giovani e meno giovani generazioni non protette, contro la scuola che in queste settimane mostra tutta la sua arretratezza. Possiamo stare qui a masturbarci sul capitalismo, ma in fondo la differenza la fanno i governi che sanno ripensare il futuro a partire dal punto di vista di un ragazzo di 10 anni. E io preferisco che questo avvenga in un sistema libero, democratico, aperto e concorrenziale. Le politiche pubbliche sulla sanità non dipendono dall’Europa e dal Patto di Stabilita ma di scelta, come detto sopra, di allocazione delle risorse. Obbediamo all’ordine di stare in casa, pur sapendo che se avessimo ospedali più capienti forse non assisteremmo ogni giorno al bieco tentativo di colpevolizzare chi fa una corsetta. I runner, i passeggiatori seriali, i dog sitter improvvisati sono il grande alibi di chi ora non sa che pesci pigliare. Obbediamo, ma non ci uniamo alla retorica del nostro premier con i suoi inviti a stare uniti, al fatto che ci rialzeremo, ecc. Certo che ci rialzeremo, forse con le gambe rotte ma ci rialzeremo. Obbedisco, però ho un certo mal di pancia nei confronti di chi, il premier, solo un anno fa dichiarava che avremmo avuto un anno bellissimo. Non è ironia, ma il dato di fatto di un personaggio in ostaggio di follie altrui. Ora forse la saggezza ha prevalso in lui? O forse qualcun altro, Salvini, è stato colpito dal sole in una pomeriggio d’estate? E all’improvviso Conte è diventato saggio rinnegando provvedimenti demenziali? Anzi no, quelli stanno ancora tutti lì. Come stanno ancora lì coloro che massacrarono la scienziata Ilaria Capua (corteggiata da tutto il mondo in questa fase di ricerca di un vaccino) per una vicenda di traffico di virus poi rivelatesi falsa. Quando saremo alla normalità mi auguro che non si torni al vizio di incriminare medici e infermieri e scienziati (che come detto studiano e sbagliano, ma fa parte del loro lavoro) per inefficienza e incompetenza, perché delle due l’una: o sono gli eroi (come sono) che celebriamo ora o sono dei cialtroni da colpire appena qualcosa va storto. In questa fase il premier Conte ha cercato di mantenere un argine allo sconforto collettivo, ci ha rassicurato che nessuno sarà dimenticato, per fare tutto questo ci ha richiesto ulteriore isolamento. Però un premier non deve solo dare messaggi di circostanza, deve produrre strategie e numeri precisi, deve dire quando sbaglia, deve dichiarare le impossibilità evidenti, non deve ammorbare solo con il pathos (giustificato) e i modi garbati che gli sono riconosciuti, deve evitare decreti pasticciati a singhiozzo e di inseguire le regioni, deve dare il senso dell’unità di azione e fare ordine a livello locale, non basta vaneggiare solo solidarietà. Detto questo, gli dobbiamo rendere merito di aver avuto il coraggio di promuovere gli Eurobond e di aver cercato qualche alleato di peso in questa battaglia, mi chiedo cosa sarebbe successo se avessimo ancora un governo dove importanti ministri si divertivano ogni giorno a sbeffeggiare tutto e tutti a partire dai partner europei, la diplomazia rinnovata sembra funzionare, consoliamoci almeno di questo. Ps/ Conte, per favore, non ascolti più Casalino, per le comunicazioni importanti e ufficiali lasci perdere Facebook, utilizzi modalità consone al ruolo che rappresenta. Lasci Facebook ai truci che si ingozzano di hamburger mentre si divertono (si divertivano) con le istituzioni.

Commenti
    Tags:
    coronavirus influenza blocco totale





    in evidenza
    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    Ritratto di Francesco Muglia

    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    
    in vetrina
    Affari in rete

    Affari in rete


    motori
    Mercedes Celebra 100 Anni dalla Vittoria alla Targa Florio

    Mercedes Celebra 100 Anni dalla Vittoria alla Targa Florio

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.