Caro Bersani, serve un radicale cambiamento...
LA SECONDA LETTERA (pubblicata il 23 marzo)
Di Gian Mario Albani
Caro Bersani,
ieri sera hai fatto bene a riprendere, con malcelato compatimento, le parole di Napolitano, quel suo “ponderazione e equilibrio”. Però, alla fine, hai confermato che agli incontri “ci andrò con le mie idee”. Ti confesso che al tuo posto non avrei avuto tanta pazienza.
Penso tu sia ben consapevole che l’incarico di presiedere un governo, coi tempi che corrono, non è un piacevole onore, quanto un onere tre i più ardui e gravosi. Ma tocca a te, e tu sei disposto a fare il tuo dovere, al meglio delle tue possibilità. Posto di fronte dell’esito del voto popolare, subito tu lo hai avvertito come un pugno nello stomaco, a Milano dicono come una tramvata: non abbiamo capito… il disagio, il bisogno, la rabbia delle nostra gente, della povera gente di questo nostro povero Paese. Serve un radicale cambiamento. Perfino quel colossale e secolare imbroglio della chiesa cattolici sta tentando di cambiare. Ma non tutti lo hanno capito, anche nel tuo partito, che come già ho avuto modo dire, è un ritardato compromesso storico tra due esperienze fallimentari, quella cattolica, diciamo pure sociale e quella comunista.
Lui – Giorgio Napolitano – no, non più capire. Lui ha perso la mattina e il pomeriggio per stilare quella inutile filastrocca nel tentativo di giustificare perché, “in continuità con eloquenti precedenti”, era costretto a conferirti il mandato di perdere altro tempo.
Vedi, caro Bersani, chi ha sempre vissuto nell’agiatezza è molto difficile possa capire chi vive o sta precipitando nella povertà, chi viene licenziato, chi non trova lavoro, e non può più aspettare. Il duo Grillo - Casaleggio puntano tutto sulla rete informatica, che certo, da parte sua sta unificando il mondo, concorre a creare il villaggio globale. Ma in rete puoi trovare tante buone ma anche tante cattive informazioni, puoi metterci di tutto e far sparire tutto, in un attimo. Loro intendono mettere insieme un popolo, una comunità virtuale, non reale, in guerra con tutta la vecchia politica, per una nuova politica tele- comandata. A mio parere una di-umanità. Perchè noi siamo diventati umani guardandoci degli occhi, prendendo coscienza di essere obbligati a fidarci, ad aver fiducia gli uni degli altri.
Ecco, lui – Giorno Napolitano – il saggio, l’illuminato Presidente non ha capito che tu intendevi presentarti in Parlamento per guardare tutti degli occhi, e chiedere la loro fiducia per fare subito almeno la cose più necessarie. Se non te la davano, toccava a loro di spiegarlo alla gente. No, lui preferire galleggiare sopra le parti e salvaguardare le sue prerogative, senza darsi pensiero se durante il suo settennato il nostro Parlamento – quello repubblicano - ha subito le più tristi umiliazioni di tutta la sua storia, lui complice, non avendo mosso un dito.
Grazie di averci regalato, fors’anche a tua insaputa Laura Bolbrini.
Stammi bene
LA PRIMA LETTERA (pubblicata il 22 marzo)
Di Gian Mario Albani
Caro Bersani,
alla mia età posso permettermi di darti dei consigli. Non accettare "mandati esplorativi": c'è poco da esplorare, non c'è più tempo da perdere. Tu a questo incarico sei stato indicato dalle "primarie", da te generosamente volute, e né Grillo, né il Presidente delle Repubblica, né gli italiani possono disconoscere questa prima vostra "novità" democratica. Accetta soltanto l'incarico di formare il governo, presenti i Ministri, giurate tutti, ti presenti a chiedere la fiducia in Paramento, prima alla Camera poi al Senato. Se qui vieni bocciato dai le dimissioni, e resti in carica per l'ordinaria amministrazione.
Così si toglie di mezzo quella mina vagante del governo Monti. Già, perché per prima cosa devi dire a Napolitano che, per essere credibili, al minimo si deve tener fede alla parola data. Quei due nostri marò sono stati accolti come fossero degli eroi, ma sia pure per sbaglio hanno ammazzato due persone. Se il Presidente della Repubblica, al vertice della Magistratura li invita a Palazzo e si compiace con loro, quale tribunale oserà processarli, chi oserà rappresentare in giudizio quei morti-ammazzati?
Poi, non cercare di "stupire" (come con infelice espressione si è espresso il neo Presidente del Senato), imbarcando dei personaggi: hai già tanti competenti da valorizzare tra i vecchie e i molti nuovi eletti, donne e uomini.
Sii soltanto sobrio. Tra i primi provvedimenti proponi un "prestito di solidarietà" da restituire in varie scadenze, a interessi del 2% senza aggravi fiscali. Per pagare subito i debiti dello Stato con le imprese e erogare un salario o reddito "di solidarietà" ai più bisognosi. Poi proponi di dimagrire equamente tutte le gerarchie e burocrazie pubbliche, oltre a quelle politiche. Proponi la sospensione dei lavori della Tav Torino - Lione per valutare con le autorità francesi la sua necessità, dati i sopravvenuti tempi critici.
Certo, lo stupore sarebbe la decisione di non nominare il ministro della Difesa, ma un commissario preposto a smobilitare le "forze armate", a convertire tutte le strutture e le basi militari: per adattarle al servizio civile, ad alloggiare parte dei carcerati, per i necessari, urgenti interventi sul nostro territorio, per le salvaguardie ambientali, dai beni paesaggistici e culturali.
Come vedi, trasmetto questa mia al dr. Cascella, preso il Quirinale, perché la mostri a Napolitano. Che a me non pare tanto un faro che guida nella nebbia, dato che nell'autunno del 1956 (Budapest), poi ancora nel '68, con la primavera di Praga, non ha inteso da che parte stava la ragione.
Grazie e stammi bene.
Gian Mario Albani è nato a Merate in Brianza (LC), in febbraio del 1927, è sposato e ha tre figli. Sindacalista con la CGIL unitaria (1946-48), poi con la CISL (1950-56), capo ufficio studi e formazione delle ACLI di Milano (1957-64), loro presidente (1965-66), senatore con la "sinistra indipendente dal 1968 al 1972. Attualmente è ritirato in pensione a Varallo Sesia. "Perché la vita ci è data per prenderci cura gli uni degli altri, per crescere in umanità, per fare sempre più giustizia e verità, altrimenti non ha alcun senso, è tutta vanità."