Caro Pd, quando imparerai a comunicare?
Come al solito la sinistra è sconcertante sul piano della comunicazione. Non gli è bastata la lezione delle elezioni politiche. Lo avevo scritto a Bersani e ai suoi dopo che Berlusconi da Santoro aveva impresso una svolta decisiva alla campagna elettorale: attenti, da adesso è cambiato tutto, vi conviene correre ai ripari! A Parigi c'è un signore che puo aiutarvi a cambiare rotta, a reagire si chiama Jacques Séguéla dovreste sapere chi è, andate a chiedere consiglio. Naturalmente nessuna risposta, nessun contatto e con arrogante mitezza Bersani, portandosi dietro tutta la sinistra, è andato felicemente a sbattere.
Adesso Berlusconi ha bisogno che il tempo riparatore lo soccorra. Deve far dimenticare un decennio disastroso e sciagurato, come un pugile all'angolo l'unica soluzione è avvinghiarsi all'avversario. Cerca di convincere e disinnescare con comportamenti politicamente responsabili il giudizio sfavorevole dei tribunali. Ma ogni fase ha la sua comunicazione. Ed ecco allora che riprende la scena mediatica, i comunisti stanno applicano il mio programma, sull'Imu, sull'Iva e con il Decreto del fare, allora va bene fino a che si comportano così stare con i comunisti. Come l'azionista di una società costretto a subire un amministratore delegato ostile, ma tecnicamente valido, lo guida a dare il meglio di sé nell'applicare le sue strategie , i suoi piani svolgendo la funzione dell'operatività. Quando il governo ottiene dei successi l'azionista li ascrive a sè, dovesse poi nella pratica fallire ci saranno mille motivi per dissociarsi dall'amministratore delegato. Nella comunicazione vige una regola per defilarsi quando le cose vanno male, le colpe sono del prodotto che non funziona o del marketing.
Quindi Berlusconi mette la sua impronta sugli effetti comunicativi delle decisioni del governo la riduzione delle tasse, il Decreto del fare e lo stop all'aumento dell'Iva, la messa in riga di Equitalia e il cazziatone alla Merkel , ironicamente lo fa in modo ecumenico, da statista condottiero che scruta solo gli orizzonti senza mai indicare come fare a raggiungere gli obiettivi che il popolo si attende.
La sinistra sta zitta, non risponde, non insorge di fronte all' evidente manipolazione, non mette in campo nessuna idea forte di comunicazione sulla sua politica, teme le parole , il loro peso sulla fragilità dei rapporti politici interni, è frastornata e incredula di fronte a un avversario che comunica a tutto campo.
Eppure dovrebbero, ma non lo sanno, che la comunicazione è decisiva e fin da oggi prepara e accompagnerà la vittoria o la sconfitta delle future battaglie.
Fausto Lupetti