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Politica
Coronavirus, Decaro: "Stanchi del protagonismo regionale". La Lega protesta

"Noi onestamente siamo anche un po' stanchi del federalismo regionale che si sta trasformando in protagonismo regionale: abbiamo un potere di ordinanza, ai sensi dell' articolo 50 del testo unico sugli enti locali, sulla salute; siamo i responsabili della Protezione civile dei nostri Comuni; eppure abbiamo dimostrato straordinario senso di responsabilita' e di rispetto delle istituzioni proponendo al presidente Conte di sterilizzare, con una norma, questo potere, rispetto al coronavirus. L'abbiamo fatto per evitare che ogni sindaco, e noi siamo ottomila, si mettesse a firmare ordinanze su una pandemia mondiale che va affrontata con un' unica cabina di regia e con il supporto di un comitato tecnico scientifico, delle autorita' sanitarie nazionali". Lo ha dichiarato il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenendo stamattina al programma di informazione di Tgcom 24. "Io capisco - ha detto ancora Decaro - che le Regioni non abbiano voluto cedere il loro potere, capisco il loro attaccamento al federalismo regionale. Pero' devo dire che non e' giusto che i sindaci vengano costretti dalla sera alla mattina, letteralmente perche' ci sono ordinanze che vengono firmate la sera per la mattina successiva, a organizzare i servizi e a fare i controlli per attivita' improvvisamente e contrariamente rispetto a quanto disposto dai decreti del presidente del Consiglio, riaperte e riattivate".

"Diverso - prosegue De Caro - e' riaprire i cimiteri, chiusi non per dpcm ma su raccomandazione del ministero della Salute tramite una circolare, una cosa e' consentire di fare piccole attivita' di manutenzione per gli stabilimenti balneari che dovranno riaprire, ma tutta un' altra cosa e' dire da domani mattina si riaprono i bar, i ristoranti e, soprattutto, da domani possono servire ai tavoli, purche' all'esterno. Senza alcuna indicazione nazionale su distanze e modalita' da far rispettare a esercenti e avventori". Per Decaro "non possono essere le Regioni, con tutto il rispetto per le Regioni, a stabilire le linee guida sulla distanza sociale da adottare in un bar e protocolli di sicurezza relativi. Altrimenti quello che abbiamo fatto fino a oggi, tutto il lavoro, svolto anche dai Comuni, per condividere protocolli per riaprire in sicurezza, per esempio, i cantieri, era un lavoro inutile? Abbiamo stabilito quante persone possano entrare, fissato ingressi separati per i fornitori, individuato i dispositivi di protezione individuale, e deciso cosa fare se, nell'ambito dei controlli, un lavoratore risulti avere una temperatura superiore a 37,5 gradi. Se era un lavoro necessario per i cantieri, e io sono convinto di si', come mai non lo e' per bar e ristoranti?" "I provvedimenti di divieto decisi nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri vengono assunti sulla base di un algoritmo che tiene sotto controllo sia i dati del contagio sia i posti di terapia intensiva. Le decisioni delle Regioni, invece, su quale valutazione si poggiano? Pensate cosa succederebbe se ogni sindaco da domani decidesse che cosa far aprire e che cosa chiudere - conclude Decaro -. Se volete una sfida da parte degli enti locali noi l'accettiamo. Possiamo iniziare emettendo ordinanze che disapplicano le ordinanze regionali. Abbiamo dimostrato senso di responsabilita' ma non accetteremo che si scarichino sulle spalle dei sindaci e delle amministrazioni locali, tutte i problemi causati dal coronavirus".

Fase 2: sindaci Lega a difesa governatori contro Decaro 

Alcuni sindaci leghisti si sono schierati contro il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, ha parlato di "sindaci stanchi del protagonismo dei governatori", dopo le nuove tensioni tra i presidenti di Regione e il governo nazionale. "Decaro si accorge troppo tardi del presunto protagonismo delle Regioni, tanto che non si e' mai infastidito dagli show e dalle ordinanze del governatore De Luca che guarda caso e' del suo stesso partito. Decaro parla a nome del Pd", attacca il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, vicepresidente Anci Emilia-Romagna. "Se Decaro ritiene che ci sia qualche regione che abbia calpestato i sindaci, non generalizzi: ci sono Regioni che stanno facendo un grandissimo lavoro in piena sintonia con i sindaci. Le sue dichiarazioni rischiano di mancare di rispetto sia ai governatori che ai primi cittadini che non si riconoscono nelle sue parole", osserva Alessandro Canelli, sindaco di Novara e responsabile nazionale Anci per la finanza locale. "Con i suoi attacchi alle Regioni, Decaro sfregia le autonomie locali. Anci dovrebbe rappresentare tutti i sindaci ed evitare generalizzazioni" spiega Dorino Favot, sindaco di Prata di Pordenone e presidente Anci Friuli Venezia Giulia. Il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte, afferma: "Le Regioni e i Comuni devono essere protagoniste del processo decisionale. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter affrontare i problemi specifici dei territori. Non capisco a quali regioni si riferisca il presidente Anci nazionale Decaro quando parla di 'protagonismo regionale'. Governatori e Sindaci non devono, non sono e non vogliono essere - a seconda dei casi - esattori o semplici megafoni per conto di Roma ma devono agire con responsabilita' e, se serve, in autonomia. In Veneto, lo dimostrano i fatti, l'emergenza e' stata gestita con grande responsabilita' e nel rispetto rigoroso dei protocolli sanitari: la Regione e i sindaci hanno emanato ordinanze in alcuni casi restrittive rispetto a quanto fatto dal governo". 

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