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Politica
Coronavirus, Governo italiano distratto sui connazionali bloccati all'estero

8.000 italiani bloccati in vari Paesi.400 connazionali sarebbero attualmente in questa situazione sin Argentina, mentre i biglietti aerei dell'ultimo volo partito da Buenos Aires per Roma sarebbero stati venduti a 1.881  euro a persona.

E così pure in Messico, Bolivia e numerosi altri Paesi dell'America Latina, dove i biglietti per il rientro in Italia dalle compagnie aeree vanno dagli euro 2.000 ai 9.000 e dove, secondo alcune testimonianze, le ambasciate del luogo non danno risposte risolutive.

La Commissione europea ha sempre detto che dal 23 marzo fosse operativo il Meccanismo europeo di protezione civile mirato ad aiutare il rimpatrio dei propri cittadini bloccati all'estero a causa del Coronavirus.

E confermava che al 30 aprile i cittadini italiani rimpatriati mediante tale meccanismo, sarebbero 1.133, a fronte dei ben 32.280 rimpatriati dalla Germania. Anche in questo caso la Germania ha saputo dettare legge o è stata più brava a sfruttare i meccanismi europei

Dai dati ufficiali emerge come su un totale di 56.219 cittadini europei rimpatriati, il 57,4 per cento sono tedeschi (32.280 cittadini tedeschi), il 42,6 per cento sono cittadini degli altri 25 Stati membri (23.939);

Questa è la realtà dove sembra che i tedeschi abbiano approfittato molto di più di tutti gli altri cittadini europei. Molti si chiedono come mai il Ministro degli Esteri, data la persistenza della problematica che interessa migliaia di cittadini italiani all'estero esposti a gravissimi rischi sociali, economici e sanitari, non si sia attivato con forza per sollecitare un maggiore ricorso al Meccanismo europeo di protezione civile.

Ne parliamo con Vincenzo Arcobelli rappresentante negli Usa per il Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE) e presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM).

Come è la situazione in Usa dei nostri connazionali che hanno difficoltà a rientrare?

“ Purtroppo sono molti i connazionali che si trovano qui per motivi di studio o di lavoro temporaneo e che non hanno più un sostegno economico per mantenersi, sono senza assicurazione medica e con un visto scaduto. Giovani che lavoravano nei ristoranti, nelle pizzerie, negli hotel-resorts, o altri solo in vacanza’.

Avete ricevuto testimonianze di questo problema?

Tutti i giorni arrivano notizie alle sedi diplomatiche consolari, ai rappresentanti dei Comites, del CGIE e delle associazioni. Testimonianze di connazionali che si trovano temporaneamente in Australia, Africa, Asia, in Europa e nelle Americhe.
In America Latina dove ci sono situazioni difficili per il blocco dei voli in Argentina, Bolivia, Brasile, Venezuela, Messico.
Alitalia ha sospeso i voli da e per gli Stati Uniti dal 5 al 31 maggio.L’Ambasciata italiana a Washington sta continuando a chiedere almeno un volo giornaliero da New York, ma al momento tutto è fermo.

La sua opinione sul comportamento del nostro Governo? 

La situazione poteva essere gestita in modo diverso e più efficace da parte del governo, in quanto non sono stati sfruttati alcuni strumenti a disposizione come il Meccanismo Europeo di Protezione Civile che contribuisce fino al  75% del costo del volo. La Germania ha rimpatriato 30.000 concittadini e in tempi anche rapidi attraverso questo meccanismo, mentre l’Italia circa 1.000. Inoltre a breve ci sarà la ristrutturazione di Alitalia a gestione statale mi sembra di capire. Bisognerebbe aumentare il numero dei voli speciali di Alitalia visto che ci sarebbero velivoli ed equipaggi disponibili per tale operazione.

Sono circa 72.000 i connazionali rientrati in Italia, con aerei commerciali, charter e ovviamente a spese proprie. E’ doveroso segnalare come le ambasciate e i consolati abbiano di aiutare i connazionali nei rispettivi paesi con i mezzi a disposizione; mi vengono in mente, per citarne alcuni, i voli speciali e i charter coordinati in Colombia, Ecuador, Florida (Usa), Malesia, Perù, Repubblica Dominicana, Sud Africa.

Circolano tante lamentele per la sospensione dei servizi consolari, come ha reagito all’emergenza il sistema consolare italiano?

Per quanto riguarda il territorio di mia competenza in particolare, so che tutta la rete diplomatica consolare, guidata dall’Ambasciata Italiana a Washington, sta operando in sintonia e in maniera coordinata, dando priorità ovviamente ai servizi consolari, e con reperibilità telefonica in emergenza. Le domande di assistenza e le telefonate sono aumentate, e stimo che si incrementeranno nei prossimi giorni di richiesta di rientri. 
Le risorse sono limitate e magari sarebbe opportuno assumere nuovo personale, molte sedi lavorano sotto organico. 

E per quanto riguarda le persone in difficoltà negli Stati Uniti? e a conoscenza di iniziative?

Fortunatamente ce ne sono di meno rispetto ad altri Paesi. Grande è la solidarietà delle comunità italiane all’estero, e il contributo dato dagli operatori di primo intervento, del servizio sanitario e dai ricercatori italiani e dai volontari in questa fase critica. Sono a conoscenza di iniziative promosse dagli organi di rappresentanza dei Comites, del Cgie e delle Associazioni.

Tra queste le azioni per il rientro dei connazionali dall’Australia, l’organizzazione di pacchi viveri agli indigenti in Sud Africa o a Montreal o la distribuzione di prodotti alimentari made in Italy a domicilio da parte di alcune associazioni agli anziani e ai più bisognosi nell`area di New York.

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