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Politica
Coronavirus, "la democrazia non è Facebook. No al voto online in Parlamento"

Che cosa chiederà Forza Italia nella riunione dei capigruppo della Camera?
"Vogliamo poter lavorare sul decreto ‘Cura Italia’ e pretendiamo che sia dato il tempo a tutte e due le Camere di esaminare un provvedimento che giudichiamo insufficiente. Non consentiremo blindature del testo, tanto più che si tratta di un decreto legge, che è già in vigore. E le proposte che arriveranno saranno solo migliorative, quindi non rallentiamo l’attuazione dei provvedimenti. Allo stesso tempo chiediamo che sia tutelata l’immagine del Parlamento, che non è chiuso e non chiuderà.  In una fase come questa di grave emergenza e di forte limitazione delle libertà delle persone, le Camere sono un presidio di democrazia e il governo non può limitarsi ad una comunicazione unilaterale via facebook. La democrazia non è un social network e bene ha fatto la Presidente Casellati, a richiamare il Governo al rispetto delle Camere e al coordinamento con esse. Ovviamente andrà assicurata a tutti (e non parlo solo di deputati e di senatori ma delle centinaia di persone che lavorano per far funzionare questi organismi) la tutela della salute. Dovremo lavorare nel rispetto delle normative di sicurezza: non sarà semplice ma non è impossibile".

Ci sarà una posizione unitaria del Centrodestra?
"A Palazzo Chigi siamo andati con una delegazione unitaria, perché le nostre istanze sono molto simili. Avevamo all’unisono chiesto il lockdown del Paese. Insieme abbiamo sostenuto che le risorse ipotizzate da Gualtieri (i famosi 3,6 miliardi) erano briciole e insieme abbiamo rilevato l’assenza dell’Europa e chiesto la deroga ai parametri del Patto di Stabilità. Abbiamo avuto ragione su tutto e continueremo a procedere all’unisono. Poi è chiaro che ognuno ha sensibilità diverse perché non siamo un partito unico, ma il confronto in Parlamento sul decreto economico ci vedrà dalla stessa parte a chiedere maggiori risorse, tutela per i lavoratori autonomi e per le imprese, allungamento delle scadenze fiscali e maggiori risorse per gli operatori della sanità che sono i veri eroi di questo tempo".

Il Pd dice che il Parlamento si riunisce già tre volte alla settimana e che l'opposizione fa solo propaganda, che cosa risponde?
"L’opposizione ha garantito che il primo decreto sull’emergenza fosse convertito alla Camera in meno di 48 ore, ha approvato lo scostamento di bilancio in una votazione in cui i numeri del centro-destra sono stati determinanti. Adesso ci potrà essere consentito di discutere in Parlamento e il decreto cosiddetto ‘cura Italia’ e anche le modalità con cui sono stati gestiti i provvedimenti in materia di contenimento sanitario? Siamo di fronte ad un ampio ventaglio di limitazioni della libertà personale che mai erano stati applicati: noi non siamo contrari. Siamo stati i primi a proporre il blocco totale per due settimane: ma queste cose non si comunicano in dirette facebook senza contraddittorio, e soprattutto non si comunicano senza aver già predisposto non solo il provvedimento, ma anche i sottostanti accordi e un confronto con le opposizioni. Invece assistiamo ad una infinita serie di scontri: fra governo e regioni; fra governo e associazioni di categoria; fra governo e sindacati. Conte ha personalizzato molto la gestione di questa crisi: il giudizio lo daremo quando saremo usciti dall’emergenza ma certo sono stati compiuti evidenti errori. Il Parlamento è la casa della democrazia e a maggior ragione, in un momento come questo, deve continuare a funzionare, anche se per la verità non è mai stato chiuso. Oggi avremo la riunione dei capigruppo alla Camera, l’audizione di Gualtieri in commissioni congiunte Camera e Senato; giovedì Conte riferirà in Parlamento; deputati e senatori di Forza Italia stanno lavorando alacremente agli emendamenti al ‘Cura Italia’. Il Parlamento non è mai stato chiuso, è stato Conte ad aver chiuso i rapporti con il Parlamento. E questo in una democrazia può succedere solo per un periodo limitatissimo di tempo".

Che cosa dovrebbero fare i presidenti Fico e Casellati? Che cosa pensa del voto online a distanza?
"Tutelare, da tutti i punti di vista il ruolo del Parlamento. Adesso dovrà essere assicurato al decreto ‘cura Italia’ un adeguato approfondimento in tutti e due i rami del Parlamento: c’è bisogno del concorso di tutti per migliorare un provvedimento che è di cruciale importanza ma anche molto lacunoso. Noi ce la metteremo tutta e ci aspettiamo di non trovarci di fronte ad un muro di gomma. Fico e Casellati dovranno difendere le nostre prerogative, le prerogative di tutto il parlamento. Non sono immaginabili blindature del provvedimento. Non sono d’accordo sul voto a distanza: il Parlamento non è un votificio, bisogna poter discutere, confrontarsi. E in centinaia di persone è difficile farlo on line: una riunione dell’aula non è una lezione a distanza".

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