Politica
Così Matteo Salvini si è ripreso la scena politica

Il leader della Lega sa che è a un snodo fondamentale della sua carriera: ecco come vuole giocare le sue carte
Con la premier il rapporto è rimasto sempre franco e cordiale, malgrado molti pensino (o forse in certi casi sarebbe meglio dire sperino) non sia affatto così. Il partito, come ammette senza indugio, sempre il solito senatore suo fedelissimo, è tornato compatto attorno a lui (anche se in realtà nessuno si era mai sognato di metterlo davvero in discussione, a cominciare proprio dai due principali indiziati per sostituirlo, Zaia e Fedriga). Anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, da tempo indicato come uno dei più critici verso il segretario, alla fine lo ha invece caldamente appoggiato, nella scelta di Cattaneo all’Enel, ed anche il suo intervento, secondo i bene informati, ha contribuito a convincere la premier ( e il suo fidatissimo sottosegretario Giovan Battista Fazzolari, vero regista per la premier nella trattativa sulle nomine).
Nel governo, dopo le nomine, Salvini ha certamente rafforzato il suo ruolo centrale, dopo che i problemi di salute di Berlusconi avevano fatto immaginare un possibile patto di ferro della premier con Tajani e con la famiglia del leader, per rafforzare l’ala governista di Forza Italia e mettere a tacere i malumori che ancora covano sotto la cenere di un partito sempre meno controllabile. La Meloni dal canto suo, pur avendo comunque tenuto il pallino sempre nelle sue mani ( ottenendo anche, come promesso, di nominare la prima donna ad in una grande partecipata italiana, aggiungendo l’ennesimo record alla sua straordinaria parabola politica) ha dovuto assecondare l’alleato per evitare possibili problemi alla sua maggioranza.
Il momento è delicatissimo e la premier sa bene che la compattezza della maggioranza per i prossimi sarà fondamentale, e quindi è troppo intelligente per rischiare attriti o divergenze per la scelta di un manager rispetto ad un altro. Chissà se nella lunga notte della trattativa, la Meloni non avrà pensato, per un attimo, alle parole del capogruppo al senato Massimiliano Romeo sui debiti del Pnrr e quelle ancora più clamorose del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari a questo giornale sempre sulla delicatissima questione del Pnrr, sue fra i massimi dirigenti del partito. Ed è anche questo un evidente segnale del cambio di passo di Salvini, che invece di esporsi in prima persona, manda avanti i suoi sodali, per lanciare messaggi, smorzando poi lui stesso le polemiche sul nascere.