Politica
Cruciani, Paragone, Vinci disobbedienti ai Dpcm. Aprite i ristoranti #IoApro

Si allarga il fronte disobbediente contro i Dpcm. Troppe contraddizioni di un’ inutile guerra tra poveri. Manda il Paese sul lastrico mentre mense, coop...
“Penso che alcuni di questi ristoratori e baristi si stiano giocando la pelle. Se uno è in agonia che deve fare? Cerca di galleggiare”, ha spiegato ad Affaritaliani Giuseppe Cruciani solidarizzando con il movimento “Io apro” che protesta contro le restrizioni per il Covid imposte dal governo.
C’è chi non ha più denaro ed è finito in mano agli usurai, chi è già fallito buttando la vita sul lastrico, chi è finito nel sommerso dei lavori da schiavi, chi ha visto briciole di cassa integrazione ed è sepolto di debiti. E’ la situazione drammatica degli esercizi commerciali italiani costretti dal governo a chiudere. Mentre accade mense, anche di ospedali, Autogrill ed altri esercizi di ristorazione particolari, come quelli gestiti dalle cooperative, restano aperti. Guarda il video.
Alcuni personaggi pubblici come il conduttore de La Zanzara su Radio 24 Cruciani, il senatore Gianluigi Paragone e il deputato Gianluca Vinci si sono esposti per dare risonanza alla protesta dei ristoratori. “Prenderò qualche multa, certo”, spiega Cruciani, “però è un segnale: cambiate le regole, consentite a questi lavoratori di fare il loro mestiere. Non vogliono mance, ma fatturare. Fanno benissimo ad aprire per incassare. Con le dovute precauzioni naturalmente, anzi rafforzate”.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie ha prodotto un collasso dei fatturati che supera il 60%.
“Ho il diritto ad esprimere le mie opinioni”, dice Cruciani, “ho un ruolo pubblico. Dissentire da un provvedimento non mi sembra un attentato alla salute pubblica. E ripeto: io dico che bisogna aprire rispettando le precauzioni, le distanze, anzi rafforzandole. E persino punire con più severità chi sgarra. Ma aprire”.
Anche stasera per la quinta volta aderirà a questa forma di disobbedienza civile l’avvocato e deputato della Lega Gianluca Vinci che insieme alla fidanzata Giorgia Manghi, esponente emiliana di Fratelli d’Italia, si recherà in un ristorante di Sassuolo per solidarizzare con chi protesta. “Dovrebbero spiegare che senso ha tenere chiuse le trattorie di montagna e aprire le mense dei grandi ospedali. Se da qualche parte c’è il Covid è nelle mense degli ospedali. Ritengo sia un dovere da parte dei rappresentanti delle istituzioni aderire a queste iniziative prima che si tramutino in qualcosa di più grave. I Dpcm sono norme sbagliate e incostituzionali. Mi prendo il rischio di pagare le multe anche quando saranno finiti i gradi di giudizio”, spiega il parlamentare, “non sono uno che urla allo scandalo e poi sta seduto sul divano. Bisogna lottare in modo democratico prima che la situazione degeneri. Questa gente affamata potrebbe fare gesti più gravi che aprire un ristorante. Siamo alla sopravvivenza allo stato puro, se tengono chiuso sono finiti. Al 90% rischiano tutto quelli che non hanno visto un euro, chi aveva appena aperto investendo i risparmi di una vita e chi non ha diritto quasi a nulla. Ci sono più di 12.000 aderenti e tantissimi altri che hanno paura ma vorrebbero aderire. Detto questo poi giriamo l’Italia e troviamo tutte le mense perfettamente aperte, non si poteva toccare il mondo cooperativo, ma anche le mense degli ospedali. Ma che senso ha?”.
Dalla parte dei ristoratori anche il giornalista e senatore Gianluigi Paragone: “Non capisco come un senatore, dopo le immagini di assembramenti viste nell’ultimo voto di fiducia, possa essere convincente a tenere chiuse le scuole, i locali e giustificare le zone rosse. Per me è importante aderire e aver fatto capire al governo che si è aperta una crepa. Questi Dpcm sono assolutamente stupidi e non stanno risolvendo nulla dal punto di vista sanitario ma stanno ammalorando comparti produttivi, senza dare loro la possibilità di risollevarsi. Sono fortemente convinto che ci siano in Italia ristoranti molto più sicuri di tante cucine private. Io l’ho fatto perché ho visto le condizioni di apertura di questi locali che potrebbero anche vincere i ricorsi contro i Dpcm”