"Da Colao soltanto una supercazzola. Scimmiotta il nostro piano sul turismo - Affaritaliani.it

Politica

"Da Colao soltanto una supercazzola. Scimmiotta il nostro piano sul turismo

di Paola Alagia

Parla con Affaritaliani.it Gian Marco Centinaio (Lega)

 

Dal pacchetto defiscalizzazione per le strutture ricettive al sostegno per i trasporti, passando per la necessità di rilanciare l’immagine dell’Italia, il piano Colao per accompagnare la fase tre “scimmiotta” quello presentato dalla Lega. Parola del senatore Gianmarco Centinaio, ex ministro dell’Agricoltura e del Turismo nel governo Conte 1, che raggiunto al telefono da Affaritaliani.it, non usa mezzi termini: “La sintesi giusta è: nulla di nuovo sotto il sole”.

Centinaio, quindi, sostiene che il piano presentato da Vittorio Colao ricalchi in gran parte il vostro?
Sì. Ci sono diverse proposte che avevamo già avanzato. Dopodiché è del tutto evidente che il piano Colao si ferma ai massimi sistemi. A differenza del nostro lavoro, frutto invece di un confronto con tutte le associazioni di categoria. Se, infatti, Conte e il ministro Franceschini pensano di accontentare il turismo con un piano a medio e lungo termine, ma che non risolve i problemi enormi che vive il settore adesso, sbagliano di grosso. Il turismo ha bisogno di risorse ora.

I punti di contatto, però, non mancano.
Sulla defiscalizzazione, ad esempio. Noi è da tempo che la chiediamo per le strutture turistiche. Ma anche su trasporti, abbiamo insistito perché ci si oramuovesse nella direzione di una decontribuzione, di una revisione dei contratti di leasing e degli affitti dei depositi mezzi.

Qualcos’altro?
La necessità di rilanciare l’immagine del Paese. Una proposta sottoposta all’attenzione di Franceschini già dallo scorso 2 marzo. Ma attenzione.

A cosa?
E’ vero che diverse idee sono state riprese. Ma ci sono purtroppo aspetti del piano che proprio non hanno nulla a che fare con il nostro lavoro.

Tipo?
Quando leggo che per rilanciare l’immagine dell’Italia tutto deve passare attraverso le ambasciate, mi si rizzano i capelli.

Perché?
E’ la prova che chi ha buttato giù il piano non conosce davvero il turismo italiano che è materia esclusiva delle Regioni. Per cui è impensabile non coinvolgerle. Ma c’è dell’altro.

Dica.
A Colao vorrei chiedere che fine ha fatto l’Enit. La promozione del turismo in Italia, infatti, è l’Enit. Non si discute. Senza contare poi che su questo aspetto il piano si scontra con la proposta del ministro Franceschini di potenziare il numero di membri del Cda della stessa Agenzia.

Tirando le somme, sono più le luci o le ombre?
E’ la solita fiera delle ovvietà. E non mi meraviglierei se il settore del turismo avesse guardato a questo piano con un atteggiamento compassionevole. Con un retropensiero del tipo: “E’ arrivato l’ennesimo fenomeno…”. Mi dispiace perché ancora una volta si è persa un’occasione. Mi chiedo solo una cosa.

Quale?
Ma ci voleva tanto a mettere intorno a un tavolo manager, esperti di settore e associazioni di categoria e poi avviare un piano di comunicazione, rivolgendosi ai tantissimi comunicatori esperti del ramo? Cui prodest queste “supercazzole”?

Ed ora come se ne esce?
Adesso è giusto che questo piano venga discusso in Parlamento. Che passi attraverso il lavoro delle commissioni. Mi spiace per lui, ma Conte non è un re. Il governo deve confrontarsi con le aule parlamentari. Anche se ho la sensazione che tutto questo lavoro farà una brutta fine, in fondo a un cassetto.

Cosa glielo fa credere?
Tutte le proposte schierate a fini mediatici. Non abbiamo ancora capito, ad esempio, che valore aggiunto hanno portato le numerose task force. Ora poi ci sono gli Stati generali dell’Economia. Insomma, la sensazione è che il governo giri a vuoto. E, come nel gioco dell’oca, alla fine torni al punto di partenza.

A proposito, agli Stati generali siete stati invitati?
Nessun invito.