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Politica
Dalla Lega a Berlusconi, ecco chi finanzia i partiti e i parlamentari

Chi finanzia i partiti e i candidati onorevoli? Come scrive Repubblica, a oggi non esiste un registro dove poter consultare in tempo reale le “dichiarazioni congiunte” tra donatore e beneficiario, obbligatorie se si supera la soglia dei 3mila euro. Esiste solo una banca dati a Montecitorio con l’elenco delle somme ricevute e di chi le versa, ma consultarlo non è facile. L’iter è lungo: si fa domanda alla Tesoreria, si allega la carta d’identità, si spedisce la pratica per mail e si aspetta per settimane. Ottenuto il riscontro emergono alcune sorprese e una certezza. Tra le sorprese, i 5mila euro donati nel 2018 da Guido Alpa, socio di studio del premier Conte, all’ex Guardasigilli pd Orlando. La certezza invece è che i principali canali di rifornimento economico della politica non passano quasi mai per il Parlamento: confluiscono in associazioni, fondazioni, società spesso di comodo dove la trasparenza non è sempre garantita.

+Europa vanta donazioni corpose da pochi sostenitori. Il magnate George Soros ha versato al partito di Emma Bonino 100mila euro. Idem la giovane moglie Tamika Bolton. L’imprenditore Guido Maria Brera si è fermato a 30mila, l’ex generale Camporini a 10mila. Il record spetta al filantropo Usa Peter Baldwin: 100mila euro a +Europa, 260mila al segretario Della Vedova, 156mila a Carlo Romano, braccio destro di Bruno Tabacci. Cassaforte di famiglia Nei rendiconti degli ultimi 5 anni, una cosa balza subito agli occhi. La politica è spesso un affare di famiglia. Cristina Parodi, moglie di Giorgio Gori, tra 2017 e 2018 ha sborsato 200mila euro per la lista del sindaco di Bergamo ora a caccia del bis. L’amico fraterno Davide Parenti, autore delle Iene, gliene ha dati 180mila. Il finanziamento lecito più importante resta quello di Berlusconi che per Forza Italia rimane la fonte primaria di danaro. Ad alimentarla non è soltanto Silvio. Tra il 2015 e il 2016 i figli Marina e Pier Silvio hanno sborsato 200mila euro ciascuno, come l’altro figlio Luigi e lo zio Paolo, mentre le sorelle Barbara ed Eleonora solo la metà. Anche Fininvest ha contribuito con mezzo milione dal 2014 a oggi. Cui si sommano i 100mila a testa dati 5 anni fa da Ennio Doris e dai figli Sara e Massimo.

Per quanto riguarda la Lega, sono molte le imprese che negli ultimi dodici mesi hanno sovvenzionato le varie articolazioni della Lega. Nel 2018 la Vaporart — società produttrice di liquidi per sigarette elettroniche poco dopo detassati dal governo gialloverde — ha girato alla Lega Nord 100mila euro. La Carbotermo spa, che fornisce servizi energetici a un migliaio fra ospedali, case di cura ed edifici pubblici nel Lombardo-Veneto, ne ha sborsati 15mila. Il Consorzio Gisa — che vanta fra i clienti Expo, Trenord, Asl, metro e bus milanesi — ha destinato 25mila euro alla Lega Nord e altri 20mila alla Lega Lombarda. Senza contare le decine di aziende agricole che hanno messo mano al portafogli da quando il loro ministro è Centinaio: la Biogreen di Mirano ha versato 30mila euro, la Giulia srl di Ormello 10mila, entrambe alla Liga Veneta. I 25mila di Confagricoltura Roma sono andati alla Lega per Salvini premier. Mentre la Lega Liguria ha ricevuto 67mila euro dall’associazione genovese Now, inaugurata dal vicepremier e finita nell’inchiesta sui 49milioni spariti. Come la famiglia di Federica Guidi, ex ministra dello Sviluppo nel governo Renzi. Mediante la controllata Telefin, prima delle politiche, si è coperta col centrodestra dando 25mila euro alla Lega per Salvini premier, 20mila alla forzista Carfagna, altrettanti al n.2 di FdI La Russa. La capofila Ducati energia si è invece esposta col centrosinistra: 10mila euro a testa hanno dichiarato i dem Ferri, Madia e Boschi.

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