Politica
DDL Zan, Matteo Salvini: "Andrò in aula per cambiarlo o per fermarlo"

Critico anche il sottosegretario all'Istruzione Sasso: "Non permetteremo alle teorie gender di entrare nelle scuole"
La tanto attesa discussione parlamentare sul DDL Zan inizia martedì 13 luglio, con differenze molto nette tra le varie forze politiche
DDL ZAN, SALVINI: DOMANI IN AULA PER BLOCCARLO O CAMBIARLO
“Domani torno a Roma in aula perchè c'è questo Ddl Zan da bloccare o quantomeno da cambiare in Parlamento”, ha detto Matteo Salvini.
“Domani c'è una legge che lo stesso Santo Padre chiede di modificare. Il problema non è Salvini o Renzi, ma sono le libertà, la libertà è un bene primario. Difendere il diritto all'amore di chiunque, due ragazzi, due ragazze, è sacrosanto, punire i deficienti che insultano, offendono, aggrediscono, è sacrosanto, ma lasciamo fuori i bambini e lasciamo la gente libera di pensare all'idea di famiglia come meglio crede. Lo dice anche il Santo Padre, non il piccolo Salvini: togliamo da questo disegno di legge i bambini, le scuole elementari. Mamma e papà – ha sostenuto il leader della Lega - non sono concetti superati ma sono il futuro. Ho sentito parlare uno che parlava di transizione, di sesso per bimbi di 6-7 anni, lasciamo che i bimbi di 6-7 anni giochino, sognino, lasciamo perdere certe cose che se mai spettano alla mamma e al papà come spiegazione ed eduzione e non allo Stato o a quale associazione. Quindi domani torno a Roma per questo”
DDL ZAN, SASSO: NON PERMETTEREMO INTRODUZIONE TEORIE GENDER NELLE SCUOLE
Molto critico anche Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell'Istruzione: “Il rifiuto da parte del Partito Democratico di qualsiasi apertura alla modifica del Ddl Zan nei suoi elementi più estremi e discutibili mette a rischio il provvedimento, atteso domani nell'aula del Senato. Come Lega abbiamo lavorato senza sosta e in modo costruttivo in tutte le sedi per tentare di raggiungere una sintesi soddisfacente, ma ci siamo trovati davanti un muro insormontabile. Nemmeno il monito del Vaticano e l'analisi di studiosi super partes e costituzionalisti di chiara fama hanno convinto i massimalisti della sinistra a recedere dalle forzature di un progetto di legge che mette seriamente in pericolo la libertà di pensiero degli italiani. Si sarebbe trovata facilmente un'ampia convergenza se si fosse proposto un testo realmente a difesa della libertà di amare e punitivo nei confronti di chi insulta, discrimina o si rende autore di violenze verbali e fisiche. Come Lega abbiamo spinto in tutti i modo affinché si intraprendesse un percorso di buon senso e ragionevolezza. Ma non possiamo condividere un disegno di legge che apre la strada a pesanti sanzioni o addirittura al carcere per chi legittimamente vuole affermare che la famiglia è composta da un papà e da una mamma. Allo stesso modo respingiamo con forza il tentativo, attraverso il Ddl Zan, di trasformare le scuole in centri sperimentali per l'introduzione e la diffusione delle più estreme e radicali teorie gender. I figli degli italiani non possono diventare i bersagli della propaganda più bieca e pericolosa. Su questo saremo inflessibili”.