Politica
Pd, boomerang Consulta per Schlein. De Luca può vendicarsi e far perdere Fico. Pronta la rivolta della minoranza Dem
Che cosa accade dopo il no alla legge sul terzo mandato

Vincenzo De Luca
Stop anche a Zaia, ma la Lega ha già blindato il Veneto
E' un misto di sollievo e preoccupazione quello che si respira nel quartier generale del Partito Democratico e in particolare tra i fedelissimi della segretaria Elly Schlein per la decisione, quasi scontata e attesa, della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale la legge regionale della Campania sul terzo mandato e che avrebbe consentito a Vincenzo De Luca di correre nuovamente alle prossime elezioni che quasi certamente si terranno in autunno.
Il commento ufficiale di De Luca è durissimo ed evidenzia una rabbia che preoccupa non poco il Nazareno. "Straordinaria performance giuridica dell'alta Corte": è il titolo del comunicato della Regione Campania sulla sentenza della Consulta. "Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti", scrive il governatore Vincenzo De Luca nella nota. "La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti".
A questo punto il fatto positivo per Schlein è che De Luca è fuori gioco e non potrà più correre per la regione ma i giochi sono ancora tutti aperti. La segretaria Dem vuole a tutti i costi tenere in vita l'asse con il Movimento 5 Stelle e per ottenere questo risultato sarebbe pronta a cedere alle richieste di Giuseppe Conte sostenendo la candidatura del pentastellato ex presidente della Camera Roberto Fico in Campania. Nome sul quale l'ex premier insiste e non intende fare passi indietro. Ma i problemi sono due. In primo luogo la minoranza interna, sempre più numerosa e sul piede di guerra per le posizioni molto critiche in Europa sulla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, non gradisce affatto e non vuole che il Pd lasci al M5S il candidato in Campania specialmente con una figura molto di sinistra e movimentista come quella di Fico.
Dall'altro lato c'è da capire che cosa farà De Luca perché i Dem in Parlamento si sono schierati contro il terzo mandato, quando lo aveva proposto la Lega contro il resto del Centrodestra per ricandidare Luca Zaia in Veneto, e quindi - nonostante fonti vicine al Governatore assicurino che alla fine un accordo si troverà - il timore forte è quello che De Luca scenda in campo candidando un suo fedelissimo dell'attuale giunta con una coalizione di liste civiche che portino il suo nome correndo lui stesso per il consiglio regionale.
Uno scenario da incubo per Schlein perché - come spiegano fonti Dem - significherebbe la quasi certa sconfitta e la consegna di una regione storicamente del Centrosinistra alla maggioranza di governo (che non candiderà Matteo Piantedosi, destinato al 99% a restare al ministero dell'Interno malgrado la richiesta della Lega di un ritorno di Matteo Salvini al Viminale). Un ko in Campania per il disastro della gestione del caso De Luca e per aver inseguito il M5S candidando Fico porterebbe alla rivolta della minoranza interna al partito moderata, liberale e cattolica capeggiata da Lorenzo Guerini, Paolo Gentiloni, Pina Picierno e sostenuta anche da Romano Prodi.
Non solo, a quel punto anche Dario Franceschini, ora ufficialmente con la segretaria, potrebbe spostarsi verso l'ex premier ed ex commissario europeo (Gentiloni) che molti vorrebbero segretario e candidato premier. Il tutto con la possibilità di un nuovo congresso e nuove primarie tra fine anno e inizio 2026. Un terremoto per il principale partito di opposizione.
Va da sé che la sentenza della Corte costituzionale blocca definitivamente la strada anche alla ricandidatura di Zaia, ma la Lega ha già messo le mani avanti - e la richiesta che Salvini torni al Viminale serve anche per blindare il Veneto - e come ha scritto ieri Affaritaliani.it ha pronta una rosa di quattro nomi tra i quali scegliere il candidato alle elezioni regionali.
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