Di Maio e i "miserabili" deputati Pd
Il grillino Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, nel dibattito a Montecitorio sull'Italicum, ha definito "miserabili" i deputati del PD, provocandone le accese proteste. “Che miserabbili!”. Con questa espressione sdegnata, raddoppiando le "b", colui che, a lungo, fu considerato la coscienza critica del mondo laico, e della sinistra democratica, in Italia, prima tra i fondatori del Partito d'Azione e poi leader del PRI, Ugo La Malfa, siciliano, definiva quelli, non pochi, che considerava "ignorantoni, mistificatori e imbroglioncelli, grandi e piccoli".
Il giudizio di La Malfa, etico prima che politico, implicava che, con gente di quella risma, fosse meglio non averci a che fare. Di Maio non ha conosciuto don Ugo, grande amico di Indro Montanelli. Nato nel 1903, il segretario del PRI si spense nel 1979, cioè 7 anni prima che nascesse il ventinovenne deputato napoletano del M5S. Molto severo sulle linee seguite, in politica economica, da tanti governi, una volta, La Malfa disse ad un suo grande amico, Antonio Maccanico, a lungo segretario generale della Camera e poi ministro: "Caro Tonino, non ti illudere, le quattro o cinque misure, che hanno rovinato l'Italia, le abbiamo già prese. Non ci possiamo fare più niente, siamo condannati...".