Le dimissioni di Fassina tolgono l’alibi a Renzi
Di Tommaso Cinquemani
A dire ciò che in molti all'interno del Pd pensano, ma non hanno il coraggio di dire, ci pensa il ministro Delrio: "C'è stata l'occasione della battuta ma, in realtà, le dimissioni sono un gesto che Fassina aveva preannunciato nei giorni precedenti". Già, perché di rimpasto di governo e di dimissioni è da settimane che se ne parla. Ma al di là della infelice battuta perché il sottosegretario si sarebbe dovuto dimettere? Secondo quanto riferiscono ad Affaritaliani.it fonti all'interno del Partito democratico Fassina avrebbe fatto un passo indietro per togliere qualunque alibi a Matteo Renzi.
Ma facciamo un passo indietro. Dopo la vittoria del rottamatore alle primarie nel Pd si è incominciato a parlare di rimpasto. A chiederlo erano gli stessi bersaniani che volevano che tra il segretario e il governo ci fosse una cinghia di trasmissione rappresentata da ministri di area renziana. Del rimpasto non si fece nulla, ma nella corrente vicina all'ex segretario e tra i giovani turchi è cresciuta la sofferenza nell'avere propri uomini nelle caselle di governo messi sotto il fuoco costante dei renziani. Da qui, secondo alcuni onorevoli Pd, la decisione di Fassina di fare un passo indietro. "Se Renzi vuole dare la linea al governo ci metta i suoi uomini. Non gli daremo più alibi", è il ragionamento dell'ex viceministro.
"Le mie dimissioni sono un gesto di sacrificio per un'assunzione collettiva di responsabilità", ha voluto precisare lo stesso Fassina. "C'è un'ambiguità che va sciolta. Vedo un atteggiamento che non è utile al Pd, che non è utile al governo e soprattutto non è utile all'Italia", ha aggiunto l'esponente Pd spazzando il campo da ogni retroscenismo. "Non stiamo parlando di giochini interni, stiamo parlando del governo di un Paese che è in drammatiche emergenze economiche e sociali".
@Tommaso5mani