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Politica
Draghi premier se l'Italia rischia il default. E governo di larghe intese
Foto: LaPresse

Il Movimento 5 Stelle lo ha detto in modo chiaro e inequivocabile: nessuna ipotesi di larghe intese o di governo di unità nazionale guidato dall'ex presidente della Bce Mario Draghi per fronteggiare la crisi economica, inevitabile, dopo la gravissima emergenza sanitaria del coronavirus. Draghi? "Non è nemmeno nei nostri binocoli", ha sentenziato su Affaritaliani.it il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, fedelissimo di Luigi Di Maio.

E il Partito Democratico? Al momento al Nazareno escludono che si debba arrivare a un esecutivo di emergenza con dentro tutte le forze politiche e confermano che si va avanti con l'attuale governo e il premier Giuseppe Conte, nonostante non manchino mal di pancia per la gestione della fase delicata. Ovviamente prima bisogna risolverà la crisi sanitaria, ancora molto pesante, e l'Italia deve uscire dalla fase acuta dell'emergenza Covid-19. Quindi anche il Decreto economico numero due di aprile, quello che dovrebbe essere da 50 miliardi di euro e scritto insieme al Centrodestra, verrà gestito da Conte e dal governo M5S-Pd-Italia Viva-LeU.

E' chiaro però che nei prossimi mesi, quando bisognerà fare i conti con il difficilissimo rilancio economico del Paese, le cose potrebbero essere molto diverse. Il ragionamento che fanno ai piani alti del Pd - rigorosamente a microfono spento - è che il futuro economico mondiale è decisamente incerto e per certi versi compromesso. Pertanto sono in molti nei Dem a pensare che se l’Italia dovesse trovarsi addirittura sull’orlo del default (scenario che la politica non esclude a priori) una personalità come quella di Draghi, per il quale l’intera Unione europea e non solo nutre rispetto e stima, sarebbe una figura adatta per affrontare una crisi senza precedenti.

E' chiaro che oggi, quando siamo ancora alle prese con il numero di contagiati e di vittime elevatissimo e non si vede la luce in fondo al tunnel (senza considerare l'espansione della pandemia all'estero), nessuno può sapere quanto devastanti saranno le conseguenze economiche e finanziarie. Quindi dal Pd oggi la risposta, informale, è no alle larghe intese e avanti con Conte. Ma se le cose si mettessero davvero male (default), in un futuro nemmeno troppo lontano l'ipotesi Draghi e governo di larghe intese tutti dentro sarebbe una soluzione da valutare concretamente.

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