Politica
Aleksandr Dugin è un rosso-bruno. Vi racconto il mio incontro con lui

Il legame con l'Italia dei rossi-bruni
Aleksandr Dugin, una figura di cui non si sa molto, ma che ha avuto ed ha tuttora forti legami con l’Italia
In queste ore si parla molto dell’attentato in cui ha perso la vita la figlia dell’ideologo russo Aleksandr Dugin, una figura di cui non si sa molto, ma che ha avuto ed ha tuttora forti legami con l’Italia.
Chiaro il messaggio inviato a Putin tramite l’uccisione di Darya Dugina. Forse non era lei la vittima ma il forte significato simbolico resta.
Viene definito tout court l’ “ideologo di Putin” ma la sua posizione politica è molto più complessa e variegata. È autore del nucleo ideologico del Partito Nazional – Bolscevico russo, da lui fondato nel 1994 insieme allo scrittore Limonov. È un fautore della corrente” eurasista” del nazionalismo russo che ha come scopo la ricostruzione dell’ex impero sovietico. È stato il principale promotore ideologico della guerra in Ucraina come primo passo di un ritorno alla Grande Russia.
Pochi sanno che Dugin è un “rosso – bruno”, una categoria politica che attinge sia da posizioni di sinistra (rosso) che posizione di destra (bruno, riferimento alle camicie brune hitleriane).
Una visione politica dicevamo complessa, ancor prima filosofica, che ha avuto un seguito anche in Italia.
Per capirla occorre rifarsi alle idee originali del fascismo e del nazional – socialismo nella loro componente appunto di sinistra. Tutto parte dal fatto che Benito Mussolini, fondatore del fascismo italiano, era stato inizialmente un veemente socialista, direttore de l’Avanti fino alla sua conversione interventista nella Prima Guerra mondiale che lo portò alla separazione dal Partito socialista e la creazione appunto dei “Fasci di combattimento” a Piazza San Sepolcro a Milano, il 23 marzo 1919.
Un “fascismo di sinistra” fu sempre presente anche all’interno del Partito fascista e ha visto in intellettuali come Elio Vittorini e Vasco Pratolini figure di riferimento. Il ministro Giuseppe Bottai è da alcuni visto come un “fascista di sinistra”.
Per quanto riguarda il nazionalsocialismo dobbiamo invece far riferimento alla sua componente di sinistra legata principalmente a Ernst Röhm, il fondatore appunto del camice brune naziste SA che furono epurate il primo luglio 1934 nella Notte dei Lunghi Coltelli (Nacht der langen Messe) dallo stesso Adolf Hitler nella cosiddetta “operazione colibrì”.
Il rossobrunismo ha quindi origini antiche nella destra tradizionale e ha attraversato come un fiume carsico la Storia per giungere ai tempi nostri.
In Italia c’è sempre stata una componente di sinistra nella destra. Si pensi appunto alla destra sociale e anche alla figura di Pino Rauti che disse che il “fascismo è stato un movimento di sinistra”. Ricordiamo come il Movimento Sociale aveva appunto la parola “sociale” nella sua denominazione e di come avesse anche un “Comitato centrale”, tipico dei partisti comunisti.
La stessa figura del filosofo e pittore dadaista Julius Evola ha presentato aspetti contradditori nell’ambito del fascismo italiano e influenzò notevolmente il pensiero di Pino Rauti.
In Italia fu attivo nei tardi anni ’60 dello scorso secolo anche un movimento politico, il “nazi – maoismo”, soprattutto in ambienti universitari romani che ebbe un certo successo.