Politica
Ennesima fumata nera sulle presidenze in Parlamento

Manca ancora l’intesa tra i partiti di maggioranza. Ecco i nodi da sciogliere
Ancora una fumata nera per il ricambio delle presidenze di commissione tra Camera e Senato. Un gioco d'incastri in cui sono tanti gli elementi che devono collimare e ancora non collimano. E non si tratta solo di raggiungere un'intesa tra i partiti di maggioranza, cercando un compromesso tra i desiderata del M5s, che da primo partito fatica a rinunciare alle poltrone che occupa, e quelli del Pd, che rivendica il giusto spazio nella nuova geografia politica disegnata dal Conte due.
Ma cercando anche un punto di caduta rispetto alle richieste di Italia viva. Senza dimenticare, infine, che c'è Leu da non scontentare. Un vero e proprio castello di carte. Tant'è che non appena si prova a inserirne una alla Camera, ne crolla un'altra al Senato e viene giù l’intero impalcato. E viceversa. Ma magari, in questo risiko, fossero solo i quattro partiti di maggioranza da mettere d'accordo. La verità è che a complicare il quadro c’è anche la questione di genere. Non è trascorso neppure un mese, infatti, proprio in vista dell’appuntamento con il rinnovo delle presidenze, dalla lettera-appello a “svolgere il ruolo di garanzia del rispetto del principio della parità di genere” indirizzata ai presidenti delle Camere, dalla presidente del Pd, Valentina Cuppi, e dalla portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche Cecilia D’Elia.
Per tacere, infine, dei tormenti del giovane - ormai mica tanto - M5s. In casa Cinque stelle ci si mette pure la faida junior versus senior. I parlamentari alla prima legislatura, infatti, scalpitano e di restare in panchina non ne vogliono più sapere. E anche questo complica gli scenari. E così, mentre il gong di metà legislatura è già suonato, i passaggi di testimone - la Lega pur essendo all'opposizione guida ancora ben 11 commissioni permanenti - sono ancora di là da venire. Comunque, dopo il nulla di fatto del vertice di maggioranza di oggi, il prossimo 29 luglio, dopo lo scostamento di bilancio, si procederà al rinnovo. E’ questo il verdetto della capigruppo di palazzo Madama. Un appuntamento al buio, però, se prima non verranno sciolti i nodi ancora sul tavolo. L’unica certezza, a quanto racconta una fonte parlamentare che sta seguendo da vicino il dossier, sarebbe lo schema di gioco, per usare una metafora sportiva. E lo schema dovrebbe essere il seguente: 7 presidenze al M5s, 5 al Pd e 2 a Italia viva alla Camera, 7 al M5s, 4 al Pd, 2 a Iv e 1 a Leu al Senato. Come finirà invece la partita rimane un grande rebus.
Forse l'unica presidenza più al sicuro per ora è proprio quella destinata a Liberi e uguali: la commissione Giustizia di Palazzo Madama, infatti, dovrebbe andare all'ex presidente del Senato Piero Grasso. Sempre nella Camera alta i riflettori restano puntati soprattutto su commissioni come la Lavoro, che vede in sella Giusy Matrisciano del M5s ma che Pd e Iv si contendono. I democrat punterebbero su Tommaso Nannicini, mentre il partito di Renzi spingerebbe per Annamaria Parente. Peccato, però, che i Cinque stelle non sembrano voler mollare l’osso. Come, invece, pare accadrà per almeno una delle due commissioni Affari esteri. “Una e non due - spiega un insider ad Affaritaliani.it- per non lasciare del tutto scoperto il titolare della Farnesina Luigi Di Maio”. Quindi, a quanto trapela da fonti parlamentari, o Marta Grande alla Camera o Vito Petrocelli al Senato dovrebbero liberare la scrivania. Nell’eventualità, a palazzo Madama, i dem giocherebbero il nome di Roberta Pinotti.
Bella “tenzone” pure sulla commissione Bilancio della Camera. Chi prenderà il timone al posto del leghista Claudio Borghi? Qui il braccio di ferro è tutto tra Partito democratico e Italia viva che punta su Luigi Marattin. Anche se, come trapela dai palazzi, “alla fine, il partito di Renzi potrebbe ‘capitolare’, ottenendo sempre per Marattin la presidenza della commissione Finanze”. Una cosa è certa: Iv venderà cara la pelle sulla presidenza della commissione Trasporti di Montecitorio. A questo ruolo sarebbe destinata Raffaella Paita, ma la partita è tutt’altro che chiusa. A mettersi di traverso sarebbero sia il Pd che il M5s. A pesare sarebbe il conflitto d’interessi della deputata renziana il cui marito, Luigi Merlo, è presidente di Federlogistica. “Lo stallo maggiore - racconta ad Affaritaliani.it un insider - comunque è alla Camera più che al Senato. A palazzo Madama la strada sembra più in discesa”. E, in effetti, il Pd, come racconta un’altra fonte, “punterebbe oltre che su Pinotti agli Esteri, su Dario Parrini per la Affari costituzionali, su Dario Stefano per le Attività produttive e su Luciano D’Alfonso o per la Finanze o per la Difesa”. Certo, a guidare la Difesa c’è la senatrice di Iv Laura Garavini. Qui, quindi, il gioco potrebbe farsi più duro. Al partito di Renzi dovrebbero andare comunque due presidenze. “E infatti sono in pole position - continua la fonte - oltre ad Annamaria Parente per il Lavoro, anche Riccardo Nencini per la Cultura. E il cerchio si chiuderebbe”. Se per alcune commissioni c'è la fila di pretendenti, inoltre, ce ne sono anche altre, tipo la Agricoltura, che non sembrano fare gola a nessuno. E anche questo è un dato da registrare. I primi a sfilarsi sarebbero proprio i renziani. D'altronde, in questo campo sono già coperti, avendo espresso direttamente il ministro: la poltrona del dicastero è infatti occupata da Teresa Bellanova.
Naturalmente, finché non sarà scritta la parola fine, gli scenari possono ancora cambiare. Anche perché il M5s è in partita e la giocherà fino in fondo. Ad esempio sulla commissione Affari Costituzionali della Camera, guidata da Giuseppe Brescia, i pentastellati hanno già intimato “l’alt, non si passa”. Al Senato, poi, rumor di palazzo danno il capogruppo pentastellato Gianluca Perilli particolarmente cauto: “Si muove con il freno a mano tirato. Siccome il suo incarico scade proprio a settembre, infatti, l’impressione è che non voglia alienarsi le simpatie nel gruppo, facendo scelte che magari potrebbero poi ostacolarne una eventuale riconferma”. Insomma, il cocktail è abbastanza esplosivo. Ci sono abbastanza ingredienti per una bella “ubriacatura” prima della pausa estiva.