Fase 2, "tutti in bici o in monopattino. Allo studio bonus fiscali e voucher" - Affaritaliani.it

Politica

Fase 2, "tutti in bici o in monopattino. Allo studio bonus fiscali e voucher"

Di Alberto Maggi

Intervista di Affaritaliani.it a Eugenio Comincini, senatore di Italia Viva e 'padre' della legge sulla equiparazione fra monopattini elettrici e biciclette

Con la Fase 2 in vigore dal 4 maggio come cambia la mobilità nelle grandi città?
"La mobilitaà sarà destinata a cambiare in modo considerevole, soprattutto nelle grandi città dove il trasporto pubblico svolge un ruolo importante. È evidente a tutti che per garantire il distanziamento sociale non potremo affollare bus, tram e metropolitane come si faceva prima che l’epidemia cambiasse le nostre vite: ci saranno limitazioni di capienza che comporteranno scelte differenti. E poiché non possiamo neppure pensare che – non potendo utilizzare come prima il trasporto pubblico – tutti si spostino in auto, perché il traffico impazzierebbe, necessariamente bisognerà agire per favorire la mobilità sostenibile, congiuntamente ad un utilizzo ancora elevato dello smart working e ad una differenziazione degli orari di lavoro".

 

eugenio comincini
Eugenio Comincini

L'Italia è pronta per incentivare la mobilità sostenibile? Che cosa sta facendo in particolare il governo?
"Abbiamo una situazione assolutamente non omogena nel Paese, con Comuni che hanno investito da tempo sulla mobilità ciclabile ed altri che sono quasi al palo. Una vera e propria rete di connessione tra la ciclabilità urbana e quella interurbana, per favorire i collegamenti tra le singole cittadine ed il capoluogo, non esiste in alcuna provincia italiana, neppure in realtà importanti come Milano (ad eccezione di qualche isolato troncone). Non si è purtroppo mai implementata una strategia nazionale per la diffusione della ciclabilità urbana, con un sostegno di risorse pubbliche importante, come accaduto in Danimarca. C’è quindi da lavorare molto ed in fretta per garantire ai cittadini una alternativa all’auto e alla drastica diminuzione dell’offerta di trasporto pubblico. Sono tra quanti, nei giorni scorsi, hanno voluto offrire qualche utile consiglio alla Ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, e con soddisfazioni ho preso atto che nella sua intervista rilasciata qualche giorno fa sulla mobilità riprendeva i temi proposti: come l’esigenza di realizzare celermente più piste ciclabili (anche in forma semplificata, con strisce a terra) e di incentivi per l’acquisto di biciclette, bici a pedalata assistita, e monopattini elettrici. Ovviamente serviranno anche delle modifiche al Codice della Strada per poter realizzare piste ciclabili semplificate. Si tratta di misure – sia quelle economiche che quelle ordinamentali – che dovrebbero trovare accoglimento e risorse nel nuovo decreto che il Governo varerà nelle prossime ore".

L'Italia potrebbe diventare come la Danimarca? Tutti in bicicletta?
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L’esperienza della Danimarca funziona perché da molti anni si è deciso di investire sulle infrastrutture per la ciclabilità: le persone vanno volentieri in bici se si mette loro a disposizione le infrastrutture necessarie per potersi spostare in sicurezza. Gli amministratori di Copenaghen hanno potuto convincere nel tempo il 62% dei cittadini a scegliere la bicicletta, anziché l’auto, per spostarsi in città proprio perché sono stati realizzati circa 350 km di percorsi dedicati alle biciclette: piste, ponti, depositi, collegamenti interurbani. Anche in Italia, del resto, esperienze positive segnalate pure dalla FIAB (la Federazione Italiana Amici della Bicicletta) come Ferrara, Pesaro, Cesena, Cernusco sul Naviglio o Arborea mettono in luce che quando si investe sulla ciclabilità si ottiene il risultato atteso: se c’è l’infrastruttura le persone scelgono volentieri la bici per muoversi".

Quanti soldi servono per fare in modo che città e comuni abbiano piste ciclabili sufficienti e adeguate?
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Mediamente 1 km di pista ciclabile realizzato decentemente costa circa 100.000 euro. Nella Legge di Bilancio per il 2020 è stato approvato un mio emendamento che al comma 47 prevede il fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. Lo scopo era (ed è) quello di finanziare al 50% i costi degli interventi comunali per la realizzazione di nuove piste ciclabili urbane. Con quei soldi si possono realizzare circa 1.000 km di ciclabili all’anno. Ora, con l’emergenza che viviamo e la necessità di favorire il più possibile la mobilità sostenibile, sarebbe auspicabile che quelle risorse previste per il triennio 2022-2024 vengano anticipate almeno in parte per il 2020 e il 2021. Le risorse potrebbero essere usate dai Comuni per realizzare velocemente percorsi ciclabili semplificati, con la sola segnaletiche orizzontale e verticale: il costo al km, rispetto ad un intervento ordinario e ben fatto, cambia radicalmente e scende a circa 8.000 euro. Spero quindi che oltre alle parole e alle buone intenzioni si inseriscano nel prossimo decreto le risorse necessarie per incentivare la realizzazione di nuove ciclabili: in questa prima fase vanno bene anche realizzate in maniera semplificata. Ovviamente serve anche coraggio da parte dei Sindaci: per far velocemente posto alle bici bisogna ridefinire l’uso delle strade e degli spazi pubblici, scegliendo di realizzare nuovi sensi unici per le auto oppure di eliminare posti auto a bordo strada. Segnalo al riguardo l’interessante operazione che la città di Milano sta facendo attraverso il documento “Milano 2020”, un documento aperto al contributo della città con definire le “strategie di adattamento” con le proposte per la ripartenza dopo l'emergenza sanitaria: dentro questo documento si tratta anche della mobilità sostenibile. Milano, con Parigi, è la sola città europea ad aver avviato un’esperienza del genere: un lavoro prezioso, da seguire, da sostenere e da replicare su scala metropolitana".

Ci saranno incentivi per l'acquisto di biciclette e non solo?
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Come accennato sopra ho suggerito anche io di spingere i cittadini all’utilizzo di biciclette, bici a pedalata assistita e monopattini elettrici attraverso appositi incentivi economici: si possono utilizzare bonus fiscali o veri e propri voucher. Ma vanno stanziate apposite risorse. Anche il tema dei monopattini elettrici si è fatto interessante: la legge di bilancio 2020 ha accolto un mio emendamento che ha equiparato i monopattini elettrici alle biciclette; poi, con il decreto Milleproroghe, siamo andati a definire una più puntuale precisazione delle norme sull’uso dei monopattini elettrici. Anche questo mezzo si presta molto bene ad essere utilizzato ed incentivato per favorire la mobilità sostenibile: per le sue ridotte dimensioni e per la facile trasportabilità, si presta bene ad essere utilizzato insieme all’impiego dei trasporti pubblici. Oggi questa opzione, per la riduzione del numero dei passeggeri trasportabili, è ovviamente meno fruibile, ma i monopattini possono circolare in ambito urbano come le biciclette e quindi si prestano bene come mezzo alterativo per lavoratori e studenti. Con incentivi pubblici all’acquisto di bici e monopattini, insieme alle risorse per sostenere i Comuni nell’ampliamento della rete ciclabile, potremmo dare un reale sostegno allo sviluppo della mobilità sostenibile, in un momento nel quale questa forma di mobilità costituisce un reale supporto alla mobilità nella condizione di particolare difficoltà che viviamo e che continueremo a vivere per diversi mesi".

L'Unione europea può fare qualcosa in questo senso?
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Ci sono alcuni fondi specifici che consentono di cofinanziare alcune reti ciclabili: le risorse per il periodo 2014-2020 sono state pari a 1,3 miliardi, di cui 88 milioni destinati all’Italia. Le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea restano ancora scarse e lontane dall’obiettivo che la Federazione Ciclistica Europea auspica, e cioè almeno il 10% del totale delle risorse destinate ai trasporti: si tratterebbe di 6 miliardi di euro. Tre anni fa alcuni esperti di mobilità elaborarono un documento denominato “Strategia per la ciclabilità dell’Unione Europea”, un documento che contiene una vision, degli obiettivi e le strategie per raggiungerli. Il documento venne consegnato al Commissario europeo ai trasporti, ma ad oggi, purtroppo, non si registrano significativi passi avanti".