FI esce dal governo. Tutti festeggiano
Berlusconi è uscito dal governo delle larghe intese che così diventa di centrosinistra. Enrico Letta avrebbe dovuto consegnare le dimissioni nelle mani di Napolitano, se non fosse per la pattuglia guidata da Angelino Alfano, pronta a colmare il vuoto. Quella del Cavaliere era una rottura annunciata da tempo, da quando il 2 ottobre aveva prima annunciato la decisione di uscire dal governo, ritirando i suoi ministri, e poi aveva fatto marcia indietro. Da quel preciso momento si è capito che il divorzio era solo rimandato. Ed è stato sancito dopo la richiesta di fiducia sulla manovra (qualcuno dirà che è stato più un pretesto, che una causa).
Ora il governo Letta si può ritenere rafforzato e anche Berlusconi. Già, perché il premier, grazie ad Alfano, avrà più libertà di manovra e potrà andare più spedito. Certo, ci saranno le richieste del Nuovo Centrodestra che rallenteranno la corsa, ma saranno un utile pretesto per Letta, che così potrà tenere a bada le pretese dell'ala più intransigente del Pd. Dal canto suo il Cavaliere potrà contare su un periodo, breve (viste le dichiarazioni di Matteo Renzi) all'opposizione. Un balsamo per qualunque forza politica, che così ha la possibilità di dire quanto il governo stia sbagliando senza avere l'onere di provare di sapere fare meglio. E Alfano? Rischia di venire stritolato nella morsa di governo, ma ha una possibilità: quella di intestarsi il merito delle future riforme dell'esecutivo per presentarsi agli elettori come l'alternativa possibile.
Di Tommaso Cinquemani