E’ risaputo che il Mes, sia che si tratti della riforma del trattato e sia che si tratti della linea di credito da 37 miliardi sulla sanità, è sempre stato un boccone amaro da digerire per il Movimento cinque stelle. Era nelle cose, perciò, che questo nodo una volta venuto al pettine avrebbe provocato uno scossone. Nessuna sorpresa, dunque. Il fulmine a ciel sereno, casomai, è arrivato dalla virata di Silvio Berlusconi e, quindi, dalla linea dettata dal leader al suo partito (voto contrario alla riforma del Mes, ndr). All’indomani dell’assemblea del gruppo di Forza Italia alla Camera riunitasi proprio per dirimere questo nodo e l’inevitabile spaccatura tra le fila azzurre, è il deputato Osvaldo Napoli, intervistato da Affaritaliani.it, ad ammettere di essersi trovato spiazzato: “Si tratta di un cambiamento di linea che nessuno si aspettava”. Napoli è convinto anche che da qui al 9 dicembre tutto possa ancora succedere: “Non è che perché c’è di mezzo un giorno di festa non lavoreremo”. E nel caso non dovesse trovarsi una sintesi? “Ci sarà una parte di noi, me compreso, che a titolo personale voterà a favore del Mes”.
Napoli, andiamo con ordine. Cosa è cambiato dopo il sì allo scostamento di bilancio che ha visto Forza Italia protagonista nel centrodestra?
La barra dritta tenuta da Forza Italia sullo scostamento di bilancio è stata una vittoria. Adesso siamo di fronte a un cambio di linea inaspettato. E questo, attenzione, ha creato uno sbandamento nel nostro elettorato. Anche perché il tema non è il Mes sanitario, ma la riforma del Meccanismo europeo di stabilità da portare avanti in Ue.
Perché, secondo lei, Berlusconi ha cambiato posizione?
Onestamente nessuno lo sa. Una cosa, però, va detta.
Quale?
Su un argomento di questo genere ci saremmo aspettati un dibattito preventivo.
Avrà pesato l’aut aut di Salvini, quel se Forza Italia dirà sì alla riforma non sarà più compagno di strada della Lega?
Le parole di Salvini sono state estremamente pesanti. Mi limito a ricordare che gli aut aut in politica non esistono perché la politica è mediazione e confronto. Le dichiarazioni del leader della Lega hanno messo in difficoltà molti di noi. Dopodiché è vero anche che in casa propria ognuno decide come comportarsi. Ecco perché ritengo che se c’è una correzione di rotta, allora prima ci si confronta e poi si fa sintesi.
A questo punto, però, come se ne esce?
Per me la strada è una sola: Forza Italia - non i singoli, ma il partito nel suo complesso - metta da parte gli scontri e provi a ragionare. Non dimentichiamo, infatti, che il nostro è un partito anti-sovranista e anti-populista, noi siamo europeisti. Altrimenti, quando la politica viene personalizzata, come fa qualcuno a colpi di attacchi e minacce, si rischia di perdere di vista il focus. Che in questo caso è la riforma del Mes.
Ci sono nuove riunioni in programma per trovare una quadra?
Per adesso no, ma tutti i giorni, si sa, sono buoni. Non è che nei giorni di festa non si lavora.
Ne mancano appena sei all’appuntamento con il premier Conte in Parlamento, in vista del Consiglio europeo. Che accade se questa sintesi non si dovesse trovare?
E’ semplice: ci sarà una parte di noi che, a titolo personale, voterà a favore del Mes. Non è che nella vita politica una persona non possa esprimere il suo giudizio. E, poi, ci sono decine di deputati di Forza Italia che hanno in passato votato diversamente dalla linea del partito. Pure stavolta, dunque, ci sarà qualcuno che deciderà di votare in dissenso rispetto al gruppo.
Si deduce che lei sarà uno di questi. E’ così?
Io mi auguro che si trovi la sintesi, fino all’ultimo tifo per questo. Se, però, una soluzione non si troverà, allora voterò in dissenso. Siamo un partito d’ispirazione liberale e riformista, non a caso. Se non si accetta che qualcuno possa pensarla diversamente allora vuol dire che abbiamo fallito 25 anni di vita politica. Il dissenso serio, e non a colpi di attacchi, fa parte della democrazia.
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