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Politica
G20: via alla minimum tax per le imprese, da pagare nel Paese dove operano
Biden e Macron si stringono la mano, per sancire l'accordo finalmente raggiunto

Svolta dal G20, arriva il via libera alla minimum tax: dalle multinazionali 150 miliardi in tasse, nei Paesi dove operano


Tra le decisioni del G20, la più attesa dal mondo economico è la ratifica dell'imposizione minima del 15%, la cosiddetta "minimum tax" o "corporate tax", che entrerà in vigore entro due anni per le multinazionali. Una decisione mirata a redistribuire la ricchezza nei Paesi dove le singole imprese sono effettivamente operative, a prescindere da dove vengono fissate le sedi legali.

Inoltre, è stata stabilita la riallocazione dei diritti di tassazione delle imprese multinazionali più grandi e profittevoli. Il 25% dei profitti (eccedenti il 10% dei ricavi) sarà allocato nelle giurisdizioni di mercato in cui tali imprese superano una soglia di ricavi rilevanti.

Secondo stime Ocse, la nuova norma consentirà di recuperare ogni anno 150 miliardi di dollari, che con il regime attuale vengono invece elusi dalle multinazionali. Gli USA spingono perché vengano approvati tutti i pilastri dell'intesa, con un funzionario che definisce la minimum tax "una riforma delle regole dell'economia globale che rimuove gli incentivi a spostare all'estero posti di lavoro americani, aiuterà le piccole imprese a competere in un campo più equo e ci darà più risorse da investire per la nostra gente in patria. E' un game changer per i lavoratori americani, i contribuenti e le imprese". L'accordo sul punto ha portato a una tregua commerciale tra gli Usa e quattro Paesi comunitari (Italia, Francia, Spagna e Austria).

Il presidente Joe Biden sottolinea la questione specifica dell'energia: "Di certo non verremo coinvolti nelle specifiche di ciò che accade all'interno dell'Opec, ma abbiamo una voce e intendiamo usarla su un problema che sta interessando l'economia globale. Ci sono grandi produttori di energia che hanno capacità inutilizzate. Li stiamo incoraggiando a usarle per garantire una ripresa più forte e sostenibile in tutto il mondo. E' importante che i rifornimenti globali di energia corrispondano alla domanda: e la domanda globale di energia è quasi ritornata ai livelli pre pandemia, ma non i rifornimenti globali". Sul tema si registra la disponibilità dell'Arabia Saudita, che si dichiara pronta ad aumentare le forniture di energia pulita al mondo in ripresa economica.

Per il presidente francese Emmanuel Macron bisogna occuparsi degli effetti collaterali su famiglie e imprese: "L'aumento dei prezzi dell'energia colpiscono il mondo intero. Stiamo sostenendo i francesi senza aspettare e c'è bisogno adesso di dare delle risposte sostenibili e coerenti nel processo di transizione ecologico avviato. E' il messaggio che porto al G20. Per una ripresa economica sostenibile nei Paesi che hanno bisogno del nostro sostegno, gli Stati del G20 possono condividere complessivamente 100 miliardi di dollari insieme al Fmi. La Francia si impegna a farlo. Altri membri del G20 si stanno unendo a noi. Invito i nostri partner a fare lo stesso".

 

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