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Silvio Berlusconi sia dichiarato decaduto dalla giunta per le Elezioni perche' interdetto dai Pubblici uffici con una sentenza passata in giudicato, non per le norme contenute nella legge Severino che potrebbe essere impugnata. E' la proposta che lancia, nella riunione della Giunta, tuttora in corso, il socialista Enrico Buemi, di fatto, sostenendo che questa e' la strada per uscire dallo scontro tra le opposte posizioni.

Bisognerebbe seguire una diversa procedura ma i tempi resterebbero esattamente gli stessi. Con una sola differenza che l'effetto dell'operativita' della decisione della Giunta rimarrebbe sospeso fino a quando la Corte d'Appello di Milano, rideterminando gli anni di interdizione, cosi' come ha chiesto la Cassazione, comportera' come conseguenza la comunicazione al Senato della cancellazione di Silvio Berlusconi dalle liste elettorali.

La proposta di Buemi e' dunque di posporre la questione dell'incandidabilita' a quella della interdizione facendola valutare, a norma di regolamento, a un comitato ristretto della Giunta presieduto dalla vicepresidente Stefania Pezzopane. Poi, nella seduta della Giunta alla quale il comitato riferira' ad horas, tutti i componenti potrebbero votare la decadenza di Berlusconi a motivo della sua interdizione "con efficacia differita al momento in cui il segretario comunale del Comune di Milano comunichera' al Presidente del Senato che ha cancellato dalle liste elettorali il senatore Berlusconi".

"Se l'unanimita' rappresenta una garanzia, politica prima ancora che giuridica, avremo tutti incassato equamente la nostra porzione di risultato - ha fatto notare il socialita Buemi ai senatori della Giunta - e, chissa', anche la possibilita' che in assemblea la proposta della Giunta passi senza alcun voto".

Il Pd boccia la proposta dal senatore Enrico Buemi di far dichiarare decaduto Silvio Berlusconi non per la legge Severino, ma per l'interdizione dai pubblici uffici conseguente alla condanna passata in giudicato. "Il cosiddetto lodo Buemi non ha alcuna ragion d'essere", ha assicurato Danilo Leva, presidente Forum Giustizia del Partito Democratico. "Non vi sono strade alternative rispetto al percorso stabilito in Giunta. Si tratta di una soluzione impraticabile", ha spiegato.

"La decadenza, conseguenza della incandidabilita' ai sensi della Legge Severino, non e' una pena accessoria di natura penale, come invece l'interdizione dai pubblici uffici che la Corte d'Appello e' chiamata a rideterminare il 18 ottobre a seguito della sentenza della Cassazione", ha ricordato Leva. "Quindi si tratta di due strade completamente diverse nonche' di condizioni giuridiche completamente differenti. E' un dato incontrovertibile su cui spero non si cerchi di alimentare ulteriori polemiche ne' imbastire inaccettabili tentativi dilatori", ha concluso.

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