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Politica
Governo, accordo "lontano". Salta tutto, la voce choc
Foto: LaPresse
La tensione nella maggioranza è alta. Durante la riunione, il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha proposto un "lodo" sulla prescrizione su cui c'è stata una apertura da parte di M5S, mentre da parte di Iv non è stata sciolta la riserva. Orlando ha chiesto che la maggioranza si impegni a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale, che accorcia i tempi dei processi, e che se entro sei mesi non viene approvato allora si metterebbe mano alla prescrizione. "Ci sembrava utile offrire un contributo per sbloccare questa situazione e abbiamo avanzato una proposta per mettere in discussione quello che finora è stato un tabù: la immodificabilità della norma Bonafede", ha spiegato il vicesegretario dem. Proposta che però Italia viva "non condivide: non c'è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale", affermano fonti di Iv.

Se la crisi di governo fosse il gioco dell'oca a questo punto saremmo tre caselle indietro rispetto a quella di partenza, con fonti della maggioranza che definiscono "lontano" l'accordo. Primo perché sul programma la quadra non c'è, troppi i temi che ancora dividono l'ex maggioranza del Conte II. Secondo perché Italia Viva non ha ancora detto se indica Conte presidente del Consiglio o se mette il veto. Terzo perché anche sui ministri l'intesa è lontana, tra le richieste di Matteo Renzi, i diktat del Pd e i paletti del Movimento 5 Stelle.

In questa situazione, l'ipotesi più probabile è che il presidente della Camera Roberto Fico, l'esploratore, salga al Quirinale poco prima di cena e non certo nel pomeriggio. Tre gli scenari che si aprono al Colle. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe dare altre 24 ore a Fico per cercare di trovare un accordo, anche se nella stessa maggioranza c'è scetticismo (Graziano Delrio lo ha detto chiaramente) su questa strada visto che un altro giorno difficilmente potrebbe portare a un'intesa che per mesi è mancata.

La secondo ipotesi è che Mattarella dia un pre-incarico a Conte in modo che a quel punto il premier dimissionario si trovi finalmente faccia a faccia con Renzi e a quel punto i nodi o si scioglieranno o la rottura sarà definitiva e chiara a tutti (senza più giochetti). La terza strada è quella di un incarico o a Marta Cartabia o a Luciana Lamorgese (difficilissime Mario Draghi) per un esecutivo del Presidente che porti il Paese alle urne a giugno e comunque prima che inizi il semestre bianco. E comunque, successivamente, non è detto che il governo Cartabia o Lamorgese sia solo elettorale. In molti scommettono che con la pandemia possa anche durare fino al 2023, ma questa è tutta un'altra storia.

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