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Governo, Mattarella incarica Pajno? No della Lega. Ma Pd, M5S e Fi...
Foto LaPresse

Nel Pd volano gli stracci tra renziani e componenti delle altre aree del partito, ma orami è evidente che la Direzione affosserà il tentativo di dialogo con i 5 Stelle (i numeri sono nettamente dalla parte dell'ex premier). Intanto, Luigi Di Maio e Matteo Salvini si insultano senza esclusione di colpi soprattutto via Twitter e Facebook. Ed è così che per uscire dall'impasse Sergio Mattarella - che non vuole assolutamente sciogliere le Camere e far tornare il Paese alle urne con questa legge elettorale a giugno-luglio - sta pensando seriamente alla soluzione tecnica.

Il nome - come anticipato da Affaritaliani.it - è quello del presidente di sezione del Consiglio di Stato Alessandro Pajno (leggi qui) che potrebbe ricevere l'incarico dal Capo dello Stato subito dopo l'ufficializzazione del tramonto dell'ipotesi di alleanza 5 Stelle-Pd. Si tratta di un'ipotesi che sta seriamente prendendo quota e che certamente non troverebbe il sostegno della Lega. Matteo Salvini ha sempre detto no a qualsiasi esecutivo tecnico o del Presidente e vedrebbe l'incarico a Pajno come una sorta di "tradimento della volontà popolare".

L'ex Procuratore di Stato, però, essendo stato nel secondo governo di Romano Prodi sottosegretario all'Interno, dovrebbe trovare il consenso almeno di una fetta del Partito Democratico, non come governo politico ma come soluzione tecnica ispirata direttamente dal Quirinale. Non solo. Il curriculum di Pajno fa pensare che possa essere un uomo gradito al Movimento 5 Stelle, almeno così affermano fonti qualificate a livello parlamentare.

Nel Centrodestra, oltre al no della Lega, ci sarebbe quello di Fratelli d'Italia, ma Forza Italia - che non vuole il ritorno immediato alle urne per paura di perdere altri voti verso il Carroccio - potrebbe quantomeno avere un atteggiamento morbido e non di chiusura (astensione?) in quanto quella di Pajno sarebbe una figura super partes per sbloccare il Paese e uscire dall'impasse. Contatti sarebbero già in corso specialmente con l'anima meno leghista degli azzurri, ovvero quella che fa riferimento a Gianni Letta, Antonio Tajani e Niccolò Ghedini. Anche Liberi e Uguali, per evitare la "deriva leghista", potrebbe in qualche modo rientrare in questo schema.

Il Colle, raccontano fonti ben informate, è stanco di due mesi di veti e insulti e cerca una soluzione per arrivare ad avere un governo in carica in tempo per il Consiglio Ue di fine giugno. La strada è stretta e le insidie sono molte, ma di fronte ad una mossa del genere del Presidente difficilmente Renzi, Di Maio e Berlusconi potranno rispondere picche.

Alla fine alla Lega potrebbe anche andar bene il ruolo di unico oppositore, insieme alla Meloni, per poter così aumentare ulteriormente il proprio consenso alle prossime elezioni. Europee maggio 2019 o Politiche, se il tentativo di Mattarella fosse troppo debole.

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