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Politica
piero grasso 500

La legge elettorale "bisogna farla subito, prima delle riforme". Lo sostiene il presidente del Senato, Pietro Grasso in un'intervista a Repubblica, e aggiunge: "la necessita' delle riforme non e' negoziabile", ma "se gli opposti schieramenti politici sono disposti ad intese per riformare la Costituzione, che richiede maggioranze speciali, perche' non approfittare del momento favorevole per approvare parallelamente, con legge ordinaria, magari ad iniziativa parlamentare se il governo non vuole prendere iniziative, la nuova legge elettorale?".

Per la legge elettorale Grasso ipotizza "una strada da fare subito su una strada del tutto separata e indipendente dal pacchetto delle riforme". E', nel dettaglio, secondo Grasso, "il Porcellum va cambiato", su questo "tutti dichiarano di essere d'accordo". "Il Mattarellum - aggiumge - e' solo una delle possibilita', forse la meno complessa e la piu' rapida. Ma bisogna affrontare tutte le ipotesi senza tener conto delle convenienze e degli interessi dei singoli partiti. Le due caratteristiche fondamentali sono garantire una rappresentanza reale dei cittadini e la stabilita' dei governi".

GRASSO SU FB, DA TITOLI URLATI PUO' NASCERE POLEMICA - "Ieri ho rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui, dopo un periodo di silenzio, ho avuto modo di parlare di molti argomenti della nostra vita politica e istituzionale, cercando di esprimere le mie opinioni ma stando attento a non oltrepassare i limiti imposti dal mio ruolo. Purtroppo l'abitudine ai titoli 'urlati' puo' far nascere polemiche politiche in cui certamente non sono intenzionato ad entrare. Spero che i lettori non si fermino alla lettura dei titoli. Per questo inserisco qui solo il testo delle domande e delle risposte". Questo il messaggio del presidente del Senato, Pietro Grasso, sulla sua pagina Facebook.

SCHIFANI, PDL SEMPRE CORRETTO CON GRASSO - "Ho stima e rispetto per Grasso e mi sono congratulato per la sua elezione, ma in questa intervista vedo da un lato un ruolo istituzionale e dall'altro una dichiarazione politica e in alcune parti da magistrato". Lo dice al Gr1 il capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani, che aggiunge: "Non e' accettabile che un presidente del Senato entri nelle dinamiche interne di un partito che non lo ha votato, dichiarando deleteri alcuni atteggiamenti del Pdl. Lo richiamo al rispetto dell'atteggiamento d'aula del Pdl che e' stato corretto". Sulle parole di Grasso sulla giustizia, Schifani dice che "da parte del Pdl non c'e' nessuna volonta' di fare blitz, sono emendamenti tecnici e quando lui richiama sull'esigenza dell'autonomia della magistratura siamo tutti d'accordo, ma ricordo che la separazione delle carriere era voluta da Falcone e non deve essere un tabu' anche se certo non potra' essere realizzata in questa legislatura". Sull'ipotesi che senza riforme Napolitano si dimetta e che se cade il governo cerchi una nuova coalizione, Schifani ribatte: "Anche queste sono dichiarazioni che non mi attendevo, lasciamo libero il Presidente della Repubblica nelle sue valutazioni. E' lui arbitro della partita, glielo riconosce la costituzione. Non puo', secondo me, la seconda carica dello stato ad anticipare quelle che potrebbero essere le valutazioni e le scelte del Presidente della Repubblica".

GASPARRI, FALLIMENTO OCCUPARSI SOLO DI LEGGE ELETTORALE - "Occuparsi prima e solo di legge elettorale potrebbe portare a un deprecabile nuovo fallimento della riforma delle istituzioni e dello Stato". A sottolinearlo in una nota Maurizio Gasparri (Pdl), vicepresidente del Senato, commentando l'intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica" dal presidente del Senato Piero Grasso. "Per mettere in sicurezza la legge elettorale vigente bastano piccoli ritocchi - aggiunge - ma la vera nuova legge elettorale e' conseguenza, non premessa della riforma dello Stato. Lo diremo con chiarezza martedi' nel convegno di Italia Protagonista sul presidenzialismo"."E' tempo di passare all'elezione popolare del capo dello Stato dotato di adeguati poteri - spiega Gasparri - poi si vedra' il resto. E' tempo di superare il bicameralismo perfetto e di innovare profondamente lo Stato a tutti i livelli. Poi si scegliera' una nuova legge elettorale. Rispetto le opinioni di Grasso, ma invertire le cose mette in crisi le riforme vere e rischia di cancellarle. E' un errore che non faremo. Per quanto riguarda i rapporti tra poteri, la mia proposta di legge sul presidenzialismo li affronta e li risolve. Grasso, leggendola, potra' apprezzarla e avere una visione piu' completa. In ogni caso chi pone veti lavora per l'immobilismo e si prende responsabilita' delicate".

CICCHITTO (PDL), PAROLE GRASSO DA DIRIGENTE PARTITO - Il senatore Grasso ha rilasciato un'intervista "che e' piu' da dirigente di partito che non da Presidente del Senato". Lo dice Fabrizio Cicchitto (pdl), che aggiunge: "Cosi' egli parla addirittura di una legge elettorale da fare subito anche indipendentemente dalle riforme istituzionali il che e' esattamente il contrario di cio' che in materia hanno detto il ministro Quagliariello e il governo". Cicchitto prosegue: "E in piu' il senatore Grasso preannuncia gia' quelle che sono le intenzioni di Napolitano nel caso in cui cada l'attuale governo, bacchetta il Pdl per eccesso di prese di posizione polemiche, insomma piu' che un presidente del Senato al di sopra delle parti sembra un misto fra un arcigno 'tutor' e un capo tifoso nettamente schierato in una parte del campo. Francamente di questo eccesso di scelte politiche di parte fatte dalla seconda carica dello Stato non si sentiva affatto il bisogno".

BONDI (PDL), GRASSO SBAGLIA A SVOLGERE RUOLO POLITICO - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, "dimostra essenzialmente che l'assemblea del Senato e' presieduta da un esponente politico che non sa distinguere l'ambito delle proprie specifiche responsabilita' istituzionali da quelle di ordine politico. Lo dice il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, che aggiunge: "Lasciare intravedere o addirittura minacciare, da parte del presidente del senato, l'insediamento di una maggioranza diversa da quella che sostiene oggi il governo Letta, testimonia della volonta' di svolgere un esplicito e forte ruolo politico che e' incompatibile con la funzione istituzionale di presidente di un ramo del Parlamento".

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