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Politica
"Green Pass obbligatorio al lavoro? Nessun dietrofront"

"Preoccupa la stima del numero di occupati senza green pass. È necessario intensificare e ampliare l’impegno delle istituzioni a tutti i livelli e le iniziative delle rappresentanze sindacali e datoriali al fine di spiegare la necessità e l’utilità della vaccinazioni. Va ridimensionato il numero oggi stimato di lavoratrici e lavoratori senza green pass". Lo afferma ad Affaritaliani.it Stefano Fassina, deputato di LeU ed economista di sinistra, commentando le stime di 4 milioni di lavoratori che rischiano di restare senza stipendio dal 15 ottobre, giorno in cui entrerà in vigore l'obbligo del Green Pass anche in azienda e in ufficio.

"Ma sarebbe un errore tornare indietro sull’obbligatorietà del green pass nei luoghi di lavoro, come sarebbe un errore assumere una decisione politica sulla durata dei tamponi senza adeguata base scentifica. Il diritto alla salute è prioritario e primario. Le derive anarchico individualista e liberista non appartengono alla sinistra. I diritti individuali vanno sempre declinati in stretta connessione con le responsabilità verso la comunità. Vaccinarsi è un dovere patriottico. Un tempo, il green pass sarebbe stato un naturale atto di solidarietà di classe. Purtroppo, una parte dell’universo del lavoro ha subito una regressione non solo economica e sociale, ma anche morale e culturale". conclude Fassina.

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