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Politica
Grillo e le “brigate di cittadinanza”: il refrain di un pugile suonato

Governo, Grillo non ha capito un tubo di quello che gli sta accadendo intorno come del resto non capì niente Di Maio: il caso

Ormai Beppe Grillo sembra un pugile suonato di quelli a cui manca qualche incisivo e si sforzano di ridere mentre saltellano intontiti sul ring per schivare i colpi degli avversari. Il comico genovese non si è reso ancora pienamente conto di quello che gli è accaduto in questi ultimi anni, dopo il clamoroso successo alle politiche del 2018, in cui aveva superato il 32% ad entrambe le Camere. Questa volta ha ottenuto solo intorno al 15% in entrambi i rami del Parlamento, ma canta vittoria pur avendo più che dimezzato i voti.

In un Paese normale si tratterebbe di una clamorosa défaillance, ma siamo in Italia e quindi abbiamo assistito a scene di giubilo nella sede romana del Movimento, a livello delle scempiaggini proferite da Luigi Di Maio con l’”abolizione della povertà”. Grillo continua a cantare vittoria e a ridere. Ride e canta vittoria e intanto prende sonorissimi schiaffoni in faccia, ma lui ride come un nonnetto rincoglionito.

Non ha capito un tubo di quello che gli sta accadendo intorno come del resto non capì niente Di Maio mentre Giuseppe Conte gli stava sfilando abilmente non solo il partito, non solo i gruppi parlamentari, non solo i ministeri, ma anche mutande e companatico, tanto che il povero ex principino della politica italiana sarà costretto a trovarsi un lavoro essendo fuori da tutto.

Certo che passare dagli incontri con Donald Trump alla Casa Bianca all’antico mestiere di bibitaro al San Paolo è cosa dura da accettare ma del resto è il destino comune ai populisti che si trovano in un primo momento ad essere proiettati nell’empireo dal puro caso e Di Maio è in buona compagnia con Roberto Fico che sta cercando di mantenersi i privilegi –staff ed ufficio- alla Camera e la coreografica Paola Taverna che forse tornerà a fare la segretaria in un centro analisi liquidi organici. Insomma sic transit gloria mundi. Ma torniamo al guitto genovese. Qualche giorno fa nel su blog è comparsa una delle sue pappardelle che riportiamo:

“Più di quindici anni fa insieme all’Ingegner Fornari dell’Ansaldo Nucleare lanciammo un’iniziativa per tutti i residenti di Genova Nervi che volessero rendersi utili alla comunità per rendere più vivibile il quartiere, attraverso manutenzioni ordinarie, pulizie, lavori di giardinaggio, aiuto per gli anziani etc…Oggi, i percettori del reddito di cittadinanza sono circa 3 milioni, molti dei quali con competenze che vorrebbero mettere a disposizione della comunità. E infatti sarebbe anche previsto che lo possano fare ma “qualcuno” preferisce impedirglielo, creando ostacoli burocratici per renderlo irregolare, se non illegale, perché è più comodo usarli come carne da cannone per fare la guerra ai poveri.

Per questo chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza, cittadini volenterosi che vogliano offrire il loro operato “illegalmente” per aiutare la comunità in cui vivono, con lavori e opere di bene nel proprio quartiere o nel proprio paese, perché servire la comunità è un dovere ma anche e soprattutto un diritto di ognuno. Cittadini che si possano sentire liberi di poter riparare una panchina dismessa, ripristinare un giardino abbandonato, costruire giochi per i bimbi, mettersi a disposizione per il prossimo. Brigatisti di Cittadinanza, abbiamo bisogno di voi! Abbiamo bisogno della vostra abilità e della vostra partecipazione! L’iniziativa delle Brigate di Cittadinanza giova gravemente alla Comunità. Autorizzazione Ministeriale Non Richiesta”.

Insomma Grillo sa che il solo motivo per cui non è scomparso completamente è il voto di scambio ottenuto nel Sud grazie al reddito di cittadinanza ma poiché ormai tutti si sono accorti che si tratta appunto di un voto di scambio e che chi lo percepisce molte volte non ne ha diritto e se ne sta beatamente a fare quello che gli pare, alcuni (la maggioranza) divanati altri lavorando in nero, cerca di porre rimedio invitandoli a lavorare “illegalmente” per la comunità.

Certo che la buffonata dei navigator di Di Maio è servita solo a piazzare appunto amici e amici degli amici ed ora si cerca di rimediare con questa ennesima cavolata. Infatti non è che uno si sveglia la mattina e mette di sua iniziativa mano ad opere di supposta pubblica utilità, oltretutto senza coordinamento. Ci pensate? Tutti si farebbero i cavoli propri sviluppando una entropia sociale da buco nero.

Dunque siamo al ritorno al cretinismo populista più accentuato nella speranza chissà di mettere in difficoltà Conte che non solo gli ha fregato il partito ma lo ha trasformato in una semplice costola dell’una volta odiato “Pdl – L”. Intanto va avanti il processo al figlio per violenza sessuale e tutti hanno in mente la sceneggiata da trapezista ossesso che fece Grillo in Tv. Sarebbe ora che Grillo se ne andasse in pensione a fare l’umarell nel porto di Genova. Così potrebbe anche lui fare qualcosa di buono per la “comunità”.

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beppe grilloreddito di cittadinanza





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