A- A+
Politica

"Mes inadatto e inutile. Meglio una patrimoniale per i super-ricchi e l'Imu alla Chiesa". A leggere in maniere superficiale il post con il quale Beppe Grillo è tornato sulla scena politica sembra benzina sul fuoco in vista del voto in Parlamento del prossimo 9 dicembre sulla riforma del Meccanismo europeo di Stabilità. Ma il fondatore del Movimento 5 Stelle va sempre letto attentamente e a volte interpretato. Primo punto: Grillo non parla mai di riforma del Mes ma del suo uso e quindi non c'è alcuna novità, nel senso che sono mesi che da Luigi Di Maio e Vito Crimi quasi tutti gli esponenti pentastellati si esprimono contro l'utilizzo dei 37 miliardi di euro per la sanità. Secondo punto: Grillo cita esplicitamente il premier Giuseppe Conte ("Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che 'disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere") e di conseguenza - è la lettura che danno nello stesso M5S - sta dicendo ai suoi deputati e senatori di non mettere a rischio l'esecutivo e il presidente del Consiglio.

In sostanza, salvo forse qualche dissidente vicino ad Alessandro Di Battista, mercoledì 9 dicembre i parlamentari dei 5 Stelle voteranno insieme al resto della maggioranza la riforma del Mes così come uscita dall'Eurogruppo. D'altronde dal Quirinale i segnali sono stati chiarissimi: una votazione contro l'Europa significherebbe crisi ed elezioni politiche anticipate a febbraio. E come si fa a sciogliere le Camere con l'iter della Legge di Bilancio per il 2021 ancora in corso consegnando il Paese all'esercizio provvisorio? Per non parlare del Recvoery Fund, che in caso di ritorno alle urne e caduta del governo dimenterebbe solo un miraggio. La riforma del Mes non piace ai grillini, questo è sicuro, ma pur ribadendo il no all'uso - lo scontro su questo con Pd e Italia Viva non è una novità - voteranno obtorto collo la revisione del Meccanismo europeo di Stabilità. Troppo pesanti le conseguenze (soprattutto economiche) per gli italiani e politiche (per lo stesso M5S) in caso di voto contrario.

IL POST DI BEPPPE GRILLO - Beppe Grillo, che stavolta si firma "Giuseppe Rag. Grillo", torna in scena su temi concreti e dal suo Blog boccia seccamente, richiamandosi alle parole di Giuseppe Conte, "il nostro presidente del Consiglio", il Mes. Il Garante M5s prende invece apertamente posizione sia a favore di un altro tema ora sul tavolo, la patrimoniale al centro di un emendamento alla manovra, sia per rilanciare un suo vecchio cavallo di battaglia: "Far pagare l'Imu e l'Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa". "Non staro' qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento cosi' delicato", esordisce allora Grillo. "A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha gia' pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo piu' e piu' volte che 'disponiamo gia' di tantissime risorse, fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc.., e dobbiamo saperle spendere', ricorda. "Dunque non e' una questione di soldi, che sembrano esserci, ma come e dove usarli. Dal momento che pero' il dibattito italiano, rimpasto a parte, sembra impegnato esclusivamente su come reperire altri fondi per dar ossigeno alla sanita' e alle imprese italiane, ecco due proposte assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti, che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l'Italia, che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno", prosegue il cofondatore M5s. Di che si tratta? La prima proposta e', appunto, "far pagare l'Imu e l'Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa", la seconda "una patrimoniale ai super ricchi", ambedue ampiamente dettagliate. "Se sommate - sintetizza - le due proposte, porterebbero nel biennio 2021/2022 all'incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro. Per questo motivo incaponirsi sull'assurda discussione sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, e' una mera perdita di tempo ed energie", ribadisce Grillo. "I soldi del meccanismo europeo, e' giusto ricordare che, convenienti o meno, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovra' essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni", mette in guardia. Ed ecco nel dettaglio le proposte alternative avanzate da Grillo: "Nel novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea, ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l'Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtu' di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare. E' giusto ricordare che, secondo i dati di gennaio 2018, la Chiesa cattolica e' proprietaria di di 140 universita', 6.228 scuole materne, 1.280 scuole primarie, 1.136 scuole secondarie, 399 nidi d'infanzia, 354 consultori familiari, 1.669 centri di difesa della vita e della famiglia, 111 ospedali di medie dimensioni, 10 grandi ospedali, 1.853 ospedali e case di cura, 136 ambulatori. Tutte queste strutture portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all'anno dall'Imu non pagata". "La questione - riprende - puo' essere cosi' riassunta: e' giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprieta' di privati cittadini? Al di la' di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta e' chiara. Si'. Al momento della sentenza della Corte di giustizia pero', era in carica il governo Conte I che, si dice, non fece nulla perche' - accusa il Garante M5s - la Lega, con la sua ostentazione di crocefissi e rosari, non intendeva mettersi 'contro' la Chiesa. Come se chiedere il pagamento di tasse dovute fosse un atto vessatorio. Il primo segnale positivo nella scia di quanto stabilito dall'Unione Europea arriva a fine ottobre 2019 col governo Conte II quando 76 parlamentari del M5S depositano a Palazzo Madama un disegno di legge che punta a recuperare l'Imposta comunale sugli immobili (Ici) non pagata dalla Chiesa e dagli enti no profit tra il 2006 e il 2011 e far pagare la subentrante Imposta municipale (Imu) per quegli immobili sfruttati commercialmente dagli enti religiosi ma che 'eludono l'imposta'. Un arretrato che, secondo le stime Anci, varrebbe circa 5 miliardi di Euro. Il disegno di legge proposto dal Movimento puntava ad essere tradotto in emendamento nella manovra economica 2019 principalmente per evitare gli aumenti della cedolare secca, dei bolli sugli atti giudiziari, del biodisel e della plastic tax". "Il perche' quella proposta sia rimasta sepolta nei cassetti di Palazzo Madama - annota ancora Grillo - resta incerto, forse, come qualcuno sostiene, i tentennamenti del Pd che su questo tema, come per l'eutanasia, sembra dominato in modo inquietante - attacca - dalla componente cattolica hanno svolto un ruolo decisivo. Sta di fatto che ad un anno di distanza e col mondo totalmente stravolto dal Covid, quei soldi tornerebbero utili per un sacco di altri interventi piu' urgenti e non piu' prorogabili. Per quanto ancora il ministero dell'Economia - incalza ancora l'esponente M5s - puo' continuare ad infischiarsene della sentenza dell'Unione Europea?". Capitolo patrimoniale. "Da giorni ormai - osserva il 'rag. Grillo' - rimbalza sui social come sui giornali l'ombra nefasta dell'avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l'ha definita 'inammissibile' prevedeva un'aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile e' costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non e' passata e quindi capitolo chiuso. E se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani piu' ricchi?". "Nel nostro Paese, secondo l'ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei Paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie. Non sarebbe piu' equo, dunque, rivolgersi a loro - domanda il Garante M5s - piuttosto che al resto della popolazione gia' stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un'entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori". "Si tratterebbe di ragionare come ragiona una qualsiasi famiglia in difficolta' economica che, prima di rivolgersi alle banche o, peggio, agli strozzini, decide di andare a bussare alla porta di un parente alla lontana che se la passa decisamente meglio. Quello che per una famiglia e' tanto, una somma di denaro per uscire dalle difficolta', per il ricco parente e' niente o molto poco. In un momento devastante e di grande difficolta' come questo - sottolinea - nessuno puo' tirarsi indietro e, proprio come una famiglia in difficolta', l'Italia ha bisogno di dire ai suoi concittadini piu' abbienti che il Paese ha bisogno di loro. Una patrimoniale cosi' concepita, significherebbe per le casse dello Stato un'entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022".

Commenti
    Tags:
    governo conte grillo mes





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda il video

    Affari in rete

    
    in vetrina
    La serie A fischia una svolta storica: tre donne arbitro per Inter-Torino

    La serie A fischia una svolta storica: tre donne arbitro per Inter-Torino


    motori
    MINI Aceman: innovazione e stile nel nuovo crossover elettrico

    MINI Aceman: innovazione e stile nel nuovo crossover elettrico

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.