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Politica

"Povero Paese, dove deputati e i senatori della Repubblica si umiliano in gruppo per il loro padrone e occupano un tribunale della Repubblica senza che nessuno intervenga, senza il minimo pudore. Come faranno a guardarsi in faccia?". E' solo l'incipit del duro post che Beppe Grillo affida al suo blog. Una serie di "Povero Paese" che si declina nei vari aspetti della crisi politica, o della cronaca, che tengono le prime pagine. E allora "Povero Paese dove nel dopo elezioni si discute solo di alleanze, di poltrone, di cariche, di spartizioni e non di economia, di lavoro, di soluzioni ai problemi quotidiani. Povero Paese con l'informazione peggiore (di gran lunga) dell'Occidente che usa il suo potere per infangare chiunque voglia il cambiamento, la trasparenza, la pulizia morale". Ancora un attacco al Colle, quando Grillo dice: Povero Paese dove un presidente della Repubblica invece di andare in prima serata in televisione a condannare un atto eversivo di portata enorme come la triste sfilata di parlamentari negli uffici giudiziari, riceve Alfano (ex ministro della Giustizia)

"Povero Paese - riprende - dove da vent'anni non esiste opposizione, ma un inciucio alla luce del sole, con un pdmenoelle incapace di pronunciarsi immediatamente sull'attacco alla magistratura di Milano, loro che volevano smacchiare i giaguari. Povero Paese dove il Monte dei Paschi di Siena e' scomparso dall'informazione, il piu' grande scandalo economico della Repubblica relegato in una nota a pie' pagina. Povero Paese dove nessuno si prende la responsabilita' dello sfascio economico e morale, non il pdl, non il pdmenoelle, non le istituzioni, non le authority che dovevano vigilare, sembra che l'Italia sia stata governata da fantasmi. Un Paese senza colpevoli". "Povero Paese - è ancora la filippica di Grillo - dove sui giornali e sulle televisioni dei partiti la verita' e' stravolta, il boffismo è consuetudine, e nessun organismo internazionale, a iniziare dalla UE si sente in obbligo di intervenire". "Povero Paese - scrive ancora - dove la legge elettorale e' in mano ai partiti che la usano, la modificano, la stravolgono per la loro convenienza e non per dare una vera rappresentanza ai cittadini. Povero Paese dove il governo si e' sostituito per un decennio al Parlamento (formato da "nominati" dai segretari di partito dopo un osceno mercato delle vacche) e legifera a colpi di decreti legge. Povero Paese, che si dice democratico, dove le leggi popolari, come Parlamento Pulito, non sono neppure discusse e i risultati dei referendum ignorati. Povero Paese in ostaggio degli interessi di tanti, di troppi, ma non del popolo italiano". "Ora siamo a una svolta. Gli italiani lo hanno capito", è la conclusione.

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