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Politica
I morti di Milano
Giuseppe Sala

Di Giuseppe Sala *

Care e Cari Milanesi,

il 2 Novembre Milano apre le porte del Famedio per rendere omaggio a chi ha fatto risplendere i valori ambrosiani in patria e nel mondo. Non eroi, ma donne e uomini che hanno vissuto la grande avventura della vita con generosità e coraggio.

Aprire le porte di questo Tempio,

farvi entrare tanti cittadini, è come aprire una porta tra il nostro passato e il nostro presente, tra la città dei vivi e quella di chi ha lasciato. E’ riaffermare che le due città sono in realtà una sola: una sola Milano che perdura nel tempo, che fiorisce sul lascito morale e materiale di chi ci ha preceduto.

Il Famedio nacque nella Milano del secondo Ottocento, per opera di Carlo Maciachini. In questo luogo, che attira da qualche anno migliaia di turisti internazionali, si coglie lo spirito positivista ed entusiasta di una città in pieno slancio, che si affacciava sull’epoca industriale insieme alle grandi metropoli d’Europa.

“A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti”, aveva scritto il Foscolo pochi decenni prima dell’apertura del Famedio. Sono versi che possiamo ripetere qui oggi.

Che senso ha per noi, nel 2019, tornare qui ogni 2 Novembre, ad iscrivere nuovi nomi di illustri milanesi? Esattamente lo stesso senso di allora: quello di “accenderci a egregie cose”. Ma attenzione: il Foscolo non dice che basta contemplare le urne dei forti. Non è la contemplazione, la celebrazione fine a se stessa, a renderci partecipi della grandezza di queste donne e di questi uomini. Ugo Foscolo precisa che è solo “il forte animo” ad essere acceso a cose egregie nel contemplare i grandi di ieri.

Abbiamo oggi un forte animo? Milano ha un animo forte, uno slancio vero, una visione e una volontà di futuro?

La mia risposta, la risposta che ci viene dai fatti e anche dai dati, è sì. Sicuramente e convintamente sì. Dico di più: siamo forse oggi l’unica grande città italiana ad essere convintamente proiettata nel futuro, con slancio ed entusiasmo. Lo siamo sulla crescita, sull’ambiente, sulla cultura, sulla formazione, sull’apertura internazionale, sulla solidarietà. 

Milano c’è, Milano ha quell’animo forte che si fa accendere a cose egregie dall’esempio di queste nostre madri, di questi nostri padri.

Le dodici personalità scelte quest’anno per l’onore del Famedio sono quest’anno autentici campioni di milanesità, di talento, di passione. Una scelta di alto profilo da parte della Commissione consultiva composta da Consiglieri comunali e da rappresentanti della Giunta e dell’Amministrazione. 

Ringrazio il presidente Lamberto Bertolé per averne guidato i lavori.

Queste donne e questi uomini hanno reso migliore Milano ma anche il mondo, sviluppando le connessioni internazionali della città: le figure di Inge Feltrinelli e Gillo Dorfless sono tra gli emblemi dell’internazionalità culturale della nostra città.

Quest’anno è proprio la cultura l’elemento dominante tra le biografie dei nuovi iscritti al Famedio. 

Quasi tutte le personalità sono state protagoniste nei campi del sapere, dell’editoria, del giornalismo, dell’arte, della musica, delle scienze a partire da Inge Feltrinelli, Mario Cervi e Gillo Dorfles. 

Questa dominante culturale è quanto mai significativa in relazione allo slancio della Milano di oggi, che è in gran parte uno slancio fatto di innovazione e di cultura. 

E anche lo sport, con Giancarlo Garbelli, rientra a pieno titolo nell’espressione dell’identità culturale e storica di Milano, e del suo appeal nel mondo: pensiamo solo alle Olimpiadi vinte in forza della grandezza complessiva della città.

Ma c’è anche chi, con la lotta partigiana e la Liberazione di Milano, ha creato le premesse di libertà necessarie allo sviluppo culturale. Le dittature di ieri e di oggi si propongono spesso di creare cultura. Ma è falsa cultura. E’ cultura non libera, dunque falsa in radice. Libero Traversa, partecipando alla liberazione di Milano ha consentito lo sviluppo civico e culturale della nostra città. Perché la cultura milanese è libertà. Lo è sempre stata, ieri come oggi.

A noi va il compito di raccogliere il testimone di questi grandi, e di portare avanti la loro missione non in uno scenario astratto, non in un futuro lontano, ma qui ed ora, a Milano, in questa città che è di esempio e di stimolo per tutto il Paese: “A cose egregie il forte animo accendono l’urne de’ forti”.

E’ un impegno che rinnoviamo al Famedio di fronte alle sfide che ci aspettano: l’equità sociale, la crescita, la sostenibilità e la cultura. In queste cose vogliamo crescere ancora, sul loro esempio e con gli strumenti che hanno creato. Strumenti che oggi abbiamo in mano noi, per creare ancora quella bellezza, quella forza, quell’orgoglio, quella emozione che Milano sa regalare a tutti.

Grazie.


* Discorso tenuto oggi dal Sindaco di Milano al Famedio del Cimitero Monumentale, in occasione della cerimonia di scoprimento delle lapidi dei nuovi benemeriti della città.

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