Il Pd si spacca sulla decadenza. Boccia: "Dovevamo aspettare la Corte"

"In un Paese normale si sarebbe aspettata la delibera della Corte sull'interpretazione della legge Severino", dice il deputato Pd Francesco Boccia a Mix24, di Giovanni Minoli, su Radio24
, a proposito della legge Severino. Quanto invece alle carte americane che dovrebbero cambiare il contesto sui diritti Mediaset "se fosse cosi', mi aspetto una revisione del processo come per qualsiasi altro cittadino".
Intnato il Pd torna respingere gli appelli alla coscienza che arrivano da Silvio Berlusconi alla vigilia del voto sulla decadenza. "L'appello di Berlusconi e' l'ennesimo tentativo per evitare di sottostare alla legge: la nostra Costituzione, all'articolo 27 dice che si e' innocenti sino al terzo grado di giudizio. Ecco, al terzo grado vi si e' arrivati e la legge ha detto che Berlusconi nella fattispecie e' stato dichiarato colpevole", rimarca Roberto Speranza. "Quindi - chiarisce il capogruppo Pd alla Camera, da Prima di tutto su RadioUno - e' l'ennesimo tentativo di prendere tempo. Le istituzioni devono dare un segnale chiaro: la legge si rispetta sempre, non solo quando c'e' un cittadino qualsiasi ma anche in presenza di un cittadino importante. Se non mandiamo questo messaggio di equita' nella giustizia, commettiamo un errore". "Noi dobbiamo rispettare il lavoro della magistratura", sottolinea ancora Speranza.
"La legge Severino venne promulgata lo scorso anno, allorche' - ricorda - di fronte a vari scandali che avevano investito la politica, tutto il mondo politico, compreso il Pdl, decise che servivano un argine, regole piu' ferme , paletti piu' saldi. Nella Severino c'e' scritta una cosa semplicissima: dopo il terzo grado di giudizio, in caso si sentenza dei condanna, si decade da parlamentare. Dobbiamo applicare quella norma. Punto e basta". "Sarebbe molto grave se non applicassimo quella norma solo perche' - osserva ancora - riguarda un cittadino importante come Berlusconi. Se poi Berlusconi dovesse portare carte che inducano alla revisione del processo, lo devono, eventualmente, stabilire i giudici. Non certo la politica".