In Europa soffia un vento di destra. Ma l’Italia non ha vele
Hollande alla fine ha optato per il rimpasto. Fatto fuori il premier Ayrault, il presidente socialista spera di guadagnare credibilità sostituendo qualche ministro. Un maquillage che però rischia di non essere risolutivo visto che il Presidente si trova ai minimi nell’indice di popolarità. I francesi gli rinfacciano l’incapacità di rispondere in modo vibrante alla crisi economica, di non saper tenere testa alla Cancelliera tedesca e di non proteggere le aziende e i posti di lavoro della classe media e operaia.
L’ascesa di Marine Le Pen è esemplificativa di questo cambio di rotta dell’opinione pubblica francese. Il leader del Front National vince non solo perché dotata di una dialettica eccezionale, ma soprattutto perché parla dei problemi percepiti come tali della gente. Immigrazione, assenza di lavoro, globalizzazione killer, Europa matrigna e perdita di importanza sullo scenario internazionale sono solo alcuni dei punti chiave su cui Le Pen fa leva per guadagnare consenso. Non bisogna però illudersi, il Front National non ha ancora raggiunto i livelli di popolarità dell’Ump, il partito conservatore che ha mandato Sarkozy all’Eliseo e che ha vinto questo turno di Amministrative.
Il segnale però c’è. L’Europa è sferzata da un vento di destra, populista, a tratti xenofobo, protezionista e antieuropeo. La brezza arriverà anche in Italia? Il panorama politico italiano si trova orfano di una vera destra, capace di raccogliere il malcontento popolare. Berlusconi con tutta probabilità verrà messo ko dai giudici che dovranno decidere tra arresti domiciliari e lavori socialmente utili. Alfano non è in grado di catalizzare il malcontento. L’unico che può avere delle possibilità è forse Matteo Salvini, il carismatico leader della Lega Nord, alleato, guarda caso, della Le Pen.