Damiano (Pd): Renzi vuole impedire di manifestare il proprio dissenso
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Non vorrei che dietro queste parole si celasse il desiderio di impedire a chiunque di manifestare i propri argomenti di dissenso". Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera ed esponente di spicco della minoranza Pd, intervistato da Affaritaliani.it, attacca Renzi per le sue parole pronunciate a Brescia ('c'è chi usa il lavoro per spaccare l'Italia'). E ancora: l'ipotesi di fiducia sul Jobs Act avanzata dal premier "è una forzatura".
Renzi a Brescia ha detto: c'è chi usa il lavoro per spaccare l'Italia. Non sfruttare il dolore dei precari per attaccarci. Condivide queste parole?
"No, non le condivido. Può anche darsi che ci sia qualcuno che usa i problemi, le contraddizioni e il dolore delle persone per la propria parte politica, ma penso che sia una ristrettissima minoranza, per fortuna. Non vorrei che dietro queste parole si celasse il desiderio di impedire a chiunque di manifestare i propri argomenti di dissenso, quando c'è il dissenso. Io continuo, come ho sempre fatto nella mia vita politica e sindacale, a fare osservazioni di merito e quindi a sostenere con fondata ragionevolezza che sarebbe bene per il Paese e per il governo, perciò per Renzi, correggere sia il Jobs Act che la Legge di Stabilità".
Renzi ha detto che è pronto a mettere la fiducia sul Jobs Act. E' una forzatura quella del presidente del Consiglio?
"Sì, mi sembra una forzatura perché il premier dovrebbe considerare che il Parlamento svolge il suo ruolo e che nel ruolo del Parlamento c'è anche quello di poter correggere le leggi del governo. Così come è stato fatto al Senato può essere fatto alla Camera. Per quello che mi riguarda ritengo che la delega al lavoro possa avere delle correzioni utili. E mi batterò per questo".
Landini-Camusso e Renzi, a chi si sente più vicino?
"Come ha detto giustamente Landini, non mescoliamo l'azione sindacale con quella politica. Io sto a questa semplice verità. Quindi non ho scelte da fare, anche perché penso di rappresentarmi da solo e non devo farmi rappresentare da nessuno".