"Pronto a fare il sindaco di Milano" Angelo Perrino intervista Salvini
Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it, ha intervistato Matteo Salvini durante la festa di compleanno del segretario della Lega Nord organitzzata da Daniela Javarone e dagli Amici della Lirica a Palazzo Visconti, a Milano, ospiti della famiglia Sirtori. Presente il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, il deputato della Lega Giancarlo Giorgetti e Stefano Bolognini, regista della giornata.
Domanda di Perrino: sindaco di Milano o condidato premier? "Non ho mai nascosto il fatto che i leghisti, pur avendo tanti difetti, hanno anche una sola certezza: siamo legati in modo viscerale alla città dove siamo nati e dove siamo cresciuti. Il buon Dio ha voluto che io nascessi all'ospedale San Carlo di Milano e che facessi tutte le scuole a Milano. Il mio sogno sarebbe non di fare il sindaco ma di adottare e di curare questa città, che non ha bisogno di geni ma di qualcuno che la ami e la curi. Dobbiamo essere liberi di prendere i mezzi pubblici, di aspettare nostra figlia che rientri la sera senza il patema d'animo e di andare in macchina senza fare il safari a ogni incrocio semaforico. Insomma, a me piacerebbe. Ma la domanda è: quando? A Milano si vota l'anno prossimo. Sappiamo che Renzi - afferma Salvini - resterà presidente del Consiglio senza passare dal via per i prossimi 15-20 anni. Quindi, se si votasse solo per le Comunali l'anno prossimo perché no... Ma a condizione che mi scelgano i milanesi perché noi non ci autoimponiamo dall'alto. Se per caso a livello politico nazionale però la situazione accelerasse verso le elezioni - e probabilmente ci sono tanti migliori di me come alternativa a Renzi - ma se nessuno avesse il coraggio o la grinta di farlo, io non mi tirerei indietro. Sono consapevole dei miei tantissimi difetti e non mi monto la testa, resto con i piedi ben piantati per terra. Ma non mi rassegno a vedere una Milano così. Dovrebbe essere la città più bella del mondo, ma a volte quando torno dall'estero mi sembra una città del terzo mondo".
Berlusconi in futuro può avere il ruolo di 'consigliori' come Bossi? "Chi sono io per dire a Berlusconi cosa deve fare?", spiega il leader del Carroccio. "L'ho visto venerdì scorso e abbiamo parlato di Milan. Lui ha costruito un impero, poi uno può odiarlo o amarlo ma ha costruito un mondo e ha rivoluzionato il modo di fare televisione, comunicazione e politica. Io non gli dico certo mettiti da parte, anche se un conto è combattere a 42 anni e un conto è farlo a 79. Poi un conto è avere dietro un partito compatto e un conto è darsi schiaffoni ogni giorno. Spero che non ci siano persone che hanno avuto tutto grazie a qualcuno che si è svegliato 20 anni fa e poi lo allontani con un calcione. Io mi rifiuterò sempre di buttare fuori dalla porta chi mi ha aperto quella porta".