L'Italia non è la Grecia. Purtroppo
Di Ernesto Vergani
La politica oggi impone scelte accentratrici, rapide e spesso oscure per i cittadini. Si guardi all'elezione di Alexis Tsipras. Elezioni veloci, sorprendente accordo con un partito di destra, governo con appena dieci ministri che concentrano il potere di più dicasteri. Che cosa chiederà Tsipras all'Europa e come gestirà il consenso? Lo si vedrà.
In Italia sembra che il futuro della democrazia sarà deciso in tre giorni. Iniziano le consultazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica e al contempo proseguono surrettiziamente le votazioni sull'Italicum. Perché sovrapporre le due cose? Il sospetto è che si utilizzi il meccanismo della distrazione (più circa l'Italicum che sulla scelta del nuovo Capo dello Stato). La vera rivoluzione di Renzi sarà sostanzialmente sul lato economico senza l'elezione diretta dei rappresentanti del popolo sulla base dei principi del federalismo.
In gioco c'è la gestione del potere nei prossimi anni, ma i cittadini ne capiscono poco. Ciò grazie all'abilità dei politici nell'utilizzare le tecniche di comunicazione e del marketing della politica. Dopo l'approdo a Palazzo Chigi con modalità corrette costituzionalmente ma inaspettate via via di Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, ci si aspettava una riflessione sulle prerogative del Capo dello Stato. Rimane il capitolo decisivo del consenso. Il dubbio è che il prossimo inquilino del Colle sarà un outsider o, il che è lo stesso, uno dei mille nomi fatti. Come dire? I media ne capiscono poco.