Politica
Italia Unica, il fallimento di Passera e le responsabilità di Lelio Alfonso

Corrado Passera liquida la sua creatura politica, Italia Unica, ancora nella culla
Di Giuseppe Vatinno
Corrado Passera liquida la sua creatura politica, Italia Unica, ancora nella culla; la decisione era nell’aria ed è maturata dopo le comunali milanesi che hanno visto Passera sostenere il candidato del centro – destra Stefano Parisi, ma senza avere rilevanza nella coalizione dopo aver sperato di essere il candidato sindaco.
Il movimento di stampo liberale, divenuto da poco partito, tassonomicamente apparteneva a quel ramo di “civismo” che ha dovuto registrare recentemente un altro tonfo significativo e cioè la Lista Marchini nata come esperimento locale su Roma e destinata nei progetti un po’ megalomani del fondatore a giocare un ruolo nazionale, proprio come delfino dell’ex – Cavaliere.
In realtà, dietro a questi movimenti si nasconde proprio il tentativo di essere incoronati successori di Silvio Berlusconi che, a sua volta, non ha mai fatto mistero di cercare un “homo novus” con un passato imprenditoriale e /o manageriale, vista la disaffezione dei cittadini per la politica tradizionale. Tutti tentativi falliti. Adesso ci riprova Stefano Parisi sperando di avere maggior fortuna, Toti permettendo.
Ma torniamo al progetto appena fallito. Passera dopo essere stato un potente super – ministro (a lui afferivano due ministeri molto importanti, lo Sviluppo Economico e le Infrastrutture) del contestato governo Monti aveva deciso, come molti fanno, di capitalizzare questa fugace esperienza -come lo stesso Monti con Scelta Civica- rendendola solida attraverso la politica attiva.
Ma una cosa è essere nominato ed una cosa è invece sporcarsi le mani tutti i giorni cercando il consenso e mediando con gli alleati.
Certamente alcune vicende giudiziarie non lo hanno aiutato come la condanna di 1 anno e 11 mesi subita sulla vicenda Olivetti insieme a Carlo De Benedetti http://www.affaritaliani.it/cronache/processo-olivetti-condannati-de-benedetti-passera-assolto-colaninno-432452.html.
Comunque al di là di questo, il movimento di Passera poteva avere un suo significato e collocazione politica in ambito del centro – destra ma il fatto è che i suoi pessimi rapporti con Salvini e la Lega e le critiche diuturne mosse ai dirigenti di Forza Italia non lo hanno mai fatto considerare una risorsa ma piuttosto un disturbo indesiderato da marginalizzare e rendere innocuo al più presto, compatibilmente con i tempi della politica.
L’idea iniziale, come detto, inquadrata in un capitalismo cattolico di matrice liberale, era buona ma si è dovuto registrare poi un fallimento organizzativo di Lelio Alfonso che non ha mai saputo fare squadra e attrarre stabilmente “ceto politico” che potesse dare sostanza ad un movimento che è esistito, di fatto, solo sulla carta; del resto comunque la responsabilità ultima è stata sempre di Passera che lo ha scelto come vice.
Tecnicamente Italia Unica, licenzierà 12 collaboratori compreso Lelio Alfonso e confluirà a settembre nel movimento di Gaetano Quagliariello, Idea, chiudendo anche la prestigiosa sede romana di 250 metri quadrati in pieno dentro di Roma ma l’ex manager di Poste ed Intesa San Paolo non ci sarà perché tornerà al suo ruolo molto più consono di banchiere. Si dice che stia armeggiando intorno al Monte dei Paschi di Siena…