L'Italicum frenerà la ripresa
Di Ernesto Vergani
Per la prima volta dal 2009 l'Italia intravede l'uscita dal tunnel della crisi. E' una grande occasione di rafforzamento della democrazia, che nella sua forma migliore prevede l'elezione diretta dei rappresentanti del popolo e il federalismo.
Lo dimostra quanto sta avvenendo negli Usa. Il Paese ha sconfitto la crisi. Obama ha annunciato durante il discorso annuale alla nazione che gli Usa stanno ripartendo in modo così forte che la ricchezza sarà distribuita anche al ceto medio e ci saranno le risorse per annientare Isis.
Se gli Usa sono stati favoriti dalla concomitanza di fenomeni congiunturali (le aziende che avevano delocalizzato sono tornate a produrre in patria e il capitolo energia è stato rivoluzionato dallo shale gas), il superamento della crisi e i prossimi anni di prosperità saranno resi possibili dalla solidità della democrazia americana nei suoi fondamentali.
In Italia, a guardare quanto sta avvenendo con l'Italicum (si pensi solo ai 100 capilista blindati), si stanno separando il lato economico da quello istituzionale-politico della democrazia. Liberismo, elezione diretta e federalismo sono un tutt'uno, elementi interconnessi. Se ne manca uno, tutto l'impianto ne è indebolito.
L'Italia ha una grande opportunità. A novembre la produzione industriale è tornata a crescere. La Bce acquisterà titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona, il che indebolirà l'euro sul dollaro e farà aumentare le esportazioni. Le aziende avranno bisogno di nuovo personale e assumeranno grazie al Jobs Act.
Ma c'è il rischio che il Paese, la democrazia italiana, così come sta emergendo dall'Italicum, non farà il cambiamento davvero radicale e duraturo senza l'elezione diretta dei rappresentanti del popolo scelti sulla base di principi federali.