Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Onorevole Scalfarotto, giovedì sera c'è stata la Direzione del Pd che ha fissato per il 21 e 22 settembre l'Assemblea nazionale che dovrà decidere regole e data delle primarie. Nel Pd però alcuni mettono in dubbio che le consultazioni si faranno. C'è questo rischio?
"Assolutamente no. Le primarie sono un obbligo statuario, nonché politico e quindi si faranno, non ci sono dubbi".
Con quali regole?
"Questo lo stabilirà l'Assemblea. C'è un comitato che sta lavorando sulla definizione delle norme, a settembre farà la sua proposta all'Assemblea che voterà".
Ci può anticipare qualcosa?
"Non faccio parte del comitato e quindi non posso sapere quale proposta formalizzeranno".
Si andrà verso una coincidenza tra segretario del partito e candidato premier?
"Io non cambierei nessuna regola dello statuto. Non vedo ragioni per cambiare e quindi credo che il segretario del Partito Democratico debba essere anche il candidato alla Presidenza del Consiglio. Se poi l'Assemblea deciderà diversamente rispetterò al decisione".
Lei si è definito un renziano. Come tale crede che nel Pd ci sia qualcuno che stia lavorando per mettere i bastoni tra le ruote al Sindaco di Firenze?
"Penso che Renzi sia la carta più forte che abbiamo per il futuro. Quindi spero che tutto il partito sostenga Matteo perché è la personalità che ci garantisce il successo e la possibilità di governare il Paese. Se ci fossero forze che lo vogliono contrastare mi chiederei a quale che scopo. Visto che se vince Renzi vince tutto il partito".
Se fosse senatore voterebbe per la decadenza di Berlusconi da Palazzo Madama?
"Io voto sempre per l'applicazione delle sentenze. In uno stato di Diritto le sentenze si rispettano. Chiunque riguardino. Il fatto che Berlusconi sia un importante leader politico non vuol dire che non sia soggetto alla legge come gli altri cittadini".
Anche se questo voto potrebbe avere delle conseguenze sul governo?
"Non si può cambiare il principio che tutti sono uguali davanti alla legge per salvare un governo. Mi auguro che il Pdl convenga che questo principio non può essere derogato in nessun caso. Se poi decidono di far cadere il governo perché i problemi del cittadino Berlusconi sono più importanti dell'Italia, dovranno prendersene la responsabilità e spiegarlo al Paese".
Come valuta il governo Letta?
"Abbiamo fatto questo governo per far fronte ad una grave emergenza economica e politica nazionale. Il governo delle larghe intese deve dare delle risposte e le ragioni del governo non vengono meno con la condanna al processo Mediaset. La Santanché dice che c'è una emergenza democratica che è più importante di quella economica. Per me significa: 'i problemi di Berlusconi sono più importanti del Paese'. Questo non possiamo accettarlo".
Se il governo Letta dovesse cadere, lei quali scenari prevede per il Paese?
"Prevedo che a quel punto la parola passi al Presidente della Repubblica Napolitano che ci ha dato dimostrazione di saggezza in tutti gli anni che è stato al Quirinale e che dovrà risolvere anche questo grattacapo".