L'angoscia delle mogli
"La sera della trasmissione "Servizio Pubblico", condotta da Michele Sant'oro e con l'attacco contro di me di Travaglio, ho trovato mia moglie agitata, quando sono tornato a casa. Cosi' come la trovai quando, ai tempi del primo maxi- processo contro i boss di Cosa Nostra, citofonavano e le dicevano :I vostri figli si sa quando escono. Ma non si sa quando rientrano...". Cosi' ha descritto l'angoscia di sua moglie il Presidente del Senato, Pietro Grasso. Un consiglio, spero gradito, alla sig.ra Grasso, che patisce per i pesanti attacchi, sferrati al marito. Oggi non legga " Il Fatto Quotidiano ! E domani vada a cena fuori e non guardi, su "La 7" di Urbano Cairo e di Chicco Mentana, la prevista artiglieria pesante di "Michele chi ?", di Travaglio e di Caselli.
Senza entrare nel merito della complessa querelle, 2 brevi osservazioni. Dottor Caselli, lei e Pietro Grasso non vi amate, da quando l'alto magistrato siciliano occupò quella che era stata la sua sconoda poltrona di Capo della Procura di Palermo, che gesti' processoni delicati, in primis quello, dispendioso e politico quanto altri mai, con imputato eccellente "zu Giulio" Andreotti. Lei ha inviato una lettera al CSM, sollecitandone la tutela, dopo le citiche, non lievi, su "indagini mediatiche",formulate, nello studio di Formigli, che Travaglio non ama, dal suo avversario. Cioè Pietro Grasso, che Pigi Bersani ha nominato prima senatore e poi Presidente dell'Assemblea di Palazzo Madama. Sarà l'organismo di autogoverno della magistratura a decidere sulla fondatezza, o meno, del suo esposto.
A noi l'ex Capo della Procura nazionale antimafia è parso puntiglioso, talvolta troppo tecnico ed eccessivamente pedante. Ma non offensivo nei suoi confronti. La seconda osservazione è questa. Pur comprendendo l'amarezza del Presidente Grasso e della consorte, non è possibile accettare il sottinteso, nella frase della signora, che il senatore riferito a Formigli e ai telespettatori de "La 7".
A nostro avviso, il dissenso, le critiche dei giornalisti, rivolte ai capi delle istituzioni, sono legittime. E l'Italia non è la Siria o la Russia di Putin, dove quanti criticano i potenti finiscono nei cimiteri, o nelle squallide celle di quei regimi. Ci sentiamo di condividere l'osservazione, formulata oggi da Antonio Padellaro, l'esperto giornalista, che dirige, con successo, "Il Fatto Quotidiano" : Non è possibile far passare in silenzio questo "teorema" : "chi osa esprimere un dissenso è, certamente, un manigoldo o un emissario di Cosa Nostra".
Infine, va sottolineata l'importanza della testimonianza, pubblicata oggi da "Il Foglio", diretto da Giulianone Ferrara, scritta dalla vedova di Gerardo Chiaromonte. Il senatore campano del PDS fu un Presidente della Commissione Antimafia, molto stimato da amici, come Claudio Martelli e Giacomo Mancini, e avversari :"A mio marito, che già ci aveva pensato, il nome di Pietro Grasso, come consulente della Commissione, presieduta da Gerardo, lo proposte, con forza, Giovanni Falcone".
Pietro Mancini