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Politica
L'imperdonabile incoscienza del Partito Democratico

 

Gli italiani sono in maggioranza risolutamente contro l’attuale governo e potendo lo butterebbero giù. Ma non possono. Infatti troppi parlamentari temono di perdere per sempre il seggio e per questo, pur di rimanere dove sono, sono disposti ad ingoiare qualunque rospo. Prima l’interesse personale e poi tutto il resto. Sembra una realtà che fa soffrire soprattutto il popolo sovrano, ma ride bene chi ride ultimo.

Da sempre, l’Italia è mal governata ma fino agli inizi del XXI Secolo ci si è potuti illudere che, bene o male, si potesse andare avanti. Poi la crisi ha cominciato a mordere e non soltanto è stata più grave da noi che altrove ma, quando gli altri hanno cominciato ad uscirne, la nostra è ulteriormente peggiorata. Il sistema ha drammaticamente mostrato la corda e gli italiani hanno voluto farla pagare ai colpevoli. Cioè – secondo loro - ai partiti. E dal momento che al governo c’erano andati tutti, nessuno di loro era innocente. L’unica, ovvia soluzione era quella di “mandare tutti a casa” e ricominciare da capo. Così i cittadini hanno votato per il “cambiamento”, per “un diverso modo di governare”, per il Movimento Cinque Stelle.

Ovviamente i votanti non avevano la minima idea di quale fosse questo “diverso modo di governare”, e questo è naturale. Ma non hanno capito che quell’idea non l’avevano neppure i pentastellati. Così hanno mandato al potere dei ragazzini senza cultura di governo (anzi, senza cultura tout court) e costoro hanno seguito mitologie pauperistiche, ecologiche, misoneiste, antiindustriali e in definitiva antieconomiche, provocando ovviamente disastri.

Gli italiani prima erano stati inviperiti contro tutti i vecchi partiti, poi hanno visto che erano caduti dalla padella nella brace e sono stati inviperiti anche contro i “grillini”. E per questo li hanno bocciati ad ogni successiva votazione, fino alla situazione attuale. Ad un momento in cui lo scollamento tra Parlamento e Paese è tanto grave da essere un vulnus per la democrazia.

Purtroppo, se è cambiata l’opinione del Paese, non sono cambiati i numeri nelle Camere. E infatti i competenti sottolineano che l’attuale maggioranza parlamentare ha dalla sua la legalità. Vero. Ma la gente non si nutre di Diritto Costituzionale: oggi non soltanto stramaledice i politici quanto e più di prima, ma si sente defraudata della propria sovranità. Come non bastasse, gli stessi elettori di sinistra non possono avere nostalgia del vecchio Pd perché i dirigenti di questo partito, per pura brama di potere, si sono associati al Movimento, essendo dunque disposti a pagare insieme con esso il prezzo del malgoverno. Ed è di questo prezzo, che bisogna parlare.

Gli italiani hanno visto che votare per un partito demenziale, pur di “buttare all’aria tutto”, non paga. Il dottore può sbagliare, ma l’infermiere sbaglia anche di più. Dunque non sanno più a che santo votarsi. Ne è prova l’afasia delle “sardine”. Questi giovanotti non sanno molto, di niente, ma una cosa gli è chiara: se si trasformano in partito, lo stigma di quella denominazione si abbatterà su di loro, travolgendoli. E lo stesso se si associano ad un partito. E tuttavia, se non fanno questo, che altro fanno?

Siamo allo stallo e sembra che non avvenga niente. Ma qualcosa avviene. Coloro che vogliono rimanere in Parlamento a qualunque costo non si rendono conto che ogni giorno che passa aumenta il disprezzo per i politici. Il popolo li giudica una massa d’incapaci attenti soltanto al proprio interesse personale, e cova un livido rancore, una crescente voglia di riscatto. Che non ne tengano granché conto i pentastellati è dopo tutto comprensibile perché sanno che, perduto il seggio, non lo ritroveranno mai più. Ma come mai il Pd, con la sua storia pressoché centenaria, vuole ottenere questo stesso esito? Come mai non capisce che oggi dovrebbe accettare il ruolo di opposizione all’inevitabile centrodestra, rimanendo però un partito vivo e pronto a presentarsi come la futura alternativa? Come non si rende conto che quello col Movimento potrebbe essere l’abbraccio della morte? Khrushchev non riuscì a far scomparire la sinistra dall’Italia, vuoi vedere che ora ci riusciranno i dirigenti del Pd?

Probabilmente questo governo cadrà ben prima della fine della legislatura, e comunque più resisterà, più forte sarà garanzia che il centrodestra domini incontrastato per cinque o forse dieci anni. Nulla è più forte dell’indignazione, in politica. Settantacinque anni dopo la sua fine, gli italiani non hanno ancora perdonato il fascismo: e ora quanto tempo ci metteranno a dimenticare Toninelli, Di Maio, Bonafede, la Lezzi e il resto della compagnia?

giannipardo1@gmail.com

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